Dormire è un gesto quotidiano che spesso diamo per scontato, eppure il sonno rappresenta una delle medicine più potenti e naturali a disposizione dell’essere umano. Non serve un laboratorio per sintetizzarlo, né una ricetta per assumerlo: basta concedersi il tempo di chiudere gli occhi. E proprio quel tempo — sempre più raro nella società moderna — può fare la differenza tra salute e malattia, lucidità e stanchezza cronica, benessere e stress.
Con il ritorno dell’ora solare, che quest’anno cade nella notte tra sabato 25 e domenica 26 ottobre, molti potranno “recuperare” un’ora di sonno. Sessanta minuti che valgono oro, secondo gli esperti, per il cuore e per la mente. Una piccola variazione nel ritmo delle giornate che, secondo i dati, ha effetti concreti: il lunedì successivo al cambio d’ora è quello con il numero più basso di infarti dell’anno.
Un’ora in più che fa bene al cuore
Non si tratta di una semplice coincidenza. Dormire un’ora in più permette all’organismo di abbassare i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, e di rallentare l’attività del sistema nervoso simpatico, responsabile della risposta “lotta o fuga”. In altre parole, il corpo si concede finalmente una pausa da quella tensione costante che accompagna la vita moderna.
Il professor Piero Barbanti, neurologo e Direttore dell’Unità per la Cura e la Ricerca su Cefalee e Dolore dell’IRCCS San Raffaele di Roma, lo spiega chiaramente: «Basta una sola ora di relax in più per far crollare il cortisolo, riducendo le malattie stress-correlate come l’infarto».
Durante il sonno profondo, il cervello “si ripulisce” attraverso il flusso glinfatico, un sistema che rimuove le tossine accumulate durante la veglia. Senza un riposo adeguato, questa funzione rigenerante si interrompe, portando nel tempo a difficoltà cognitive, calo di concentrazione e aumento del rischio di patologie cardiovascolari e neurodegenerative.
Non tutti accolgono il cambio dell’ora con piacere
Eppure, non per tutti il passaggio all’ora solare rappresenta un beneficio. Alcune persone, soprattutto chi soffre di emicrania, ansia, insonnia o depressione, possono percepire questo cambio come un piccolo “jet lag biologico”. Il loro orologio interno — regolato dal nucleo soprachiasmatico dell’ipotalamo — impiega più tempo ad adattarsi al nuovo ritmo luce-buio.
Questo sfasamento temporaneo può portare a insonnia, nervosismo, calo dell’attenzione e una sensazione di stanchezza diffusa. Secondo Barbanti, «l’uso della melatonina tra le 21 e le 22 può aiutare il corpo a superare questo fastidio e a ristabilire più rapidamente il ciclo naturale del sonno».
In sostanza, il ritorno all’ora solare ci mette di fronte a una verità: non tutti i corpi si adattano allo stesso modo. Il ritmo biologico è un meccanismo fine e personale, e imparare ad ascoltarlo è parte integrante della cura di sé.
L’epidemia del sonno perduto
Negli ultimi anni, la privazione del sonno è diventata una condizione endemica. L’Organizzazione Mondiale della Sanità la definisce una vera e propria “epidemia moderna”: milioni di persone nel mondo dormono meno di sei ore per notte, spesso a causa di stress, turni lavorativi, dispositivi elettronici e luce blu.
Dormire è stato declassato a un lusso, quasi una perdita di tempo, mentre invece è una necessità biologica. Il nostro cervello non può funzionare in modo efficiente senza una corretta alternanza tra sonno e veglia. Durante il riposo, infatti, vengono consolidate le memorie, si rigenerano i neuroni e si riequilibrano gli ormoni legati a fame, umore e energia.
In mancanza di sonno, si innalza il rischio di diabete, obesità, depressione e demenza, ma anche di comportamenti impulsivi e difficoltà decisionali. Dormire male significa vivere peggio, e non solo mentalmente.
Dormire non è tempo perso, ma tempo ritrovato
Nel 2025, in un mondo che corre veloce, dormire bene è diventato un atto rivoluzionario. Viviamo costantemente connessi, esposti a un flusso continuo di stimoli digitali che tengono la mente “accesa” anche quando il corpo chiede tregua. Fermarsi, disconnettersi e riposare è un gesto controcorrente, un atto di ribellione silenziosa.
Come ricorda Barbanti, «dormire non è tempo perso, ma tempo ritrovato». Ogni notte di sonno profondo è un investimento sulla salute fisica, mentale ed emotiva. L’ora solare non è solo un cambio di orologio, ma un promemoria: il nostro corpo sa cosa gli serve per stare bene. Basta dargli ascolto.
Un’ora di sonno in più può ridurre infarti, stress e ansia, migliorare memoria e umore, e restituire equilibrio ai nostri ritmi biologici.
Nel silenzio della notte, il cervello trova la sua cura più antica e potente.
Foto di Greg Pappas su Unsplash

