I diamanti che si sono formati nelle profondità del mantello terrestre contengono prove di reazioni chimiche avvenute sul fondo del mare. Analizzare queste gemme può aiutare i geologi a comprendere come avviene lo scambio di materiale tra la superficie del pianeta e le sue profondità. Una nuova ricerca, che appare sulla rivista Science Advances, conferma che la serpentinite – una roccia che si forma dalla peridotite, il principale tipo di roccia del mantello terrestre, quando l’acqua penetra nelle fessure del fondo dell’oceano – può far scendere le acque superficiali fino a 700 chilometri in profondità grazie ai processi tettonici a placche.
Il mantello terrestre può spiegare i processi di riciclo del pianeta
Peng Ni, ricercatore post-dottorato al Carnegie Science e coautore dello studio, spiega che la maggior parte delle placche tettoniche che compongono il fondo del mare finisce per deformarsi e scivolare in profondità nel mantello terrestre, in un processo chiamato subduzione, che è in grado di riciclare materiali di superficie, come l’acqua, all’interno della Terra. La serpentinite che si trova all’interno delle placche in subduzione può essere uno dei percorsi geochimici più significativi, ma poco conosciuti, attraverso i quali avvengono la cattura e il trasporto dei materiali di superficie nelle profondità della Terra.
In precedenza un’altra ricerca aveva ipotizzato la presenza di serpentiniti subdotte; lo studio aveva riguardato l’origine dei diamanti blu e della composizione chimica del materiale del mantello che costituisce le creste medio-oceaniche, le montagne sottomarine e le isole oceaniche. Ma finora i ricercatori non avevano prove che dimostrassero questo percorso. Il team di ricerca ha trovato prove fisiche che confermano questo sospetto studiando un tipo di grandi diamanti che hanno origine in profondità all’interno del pianeta.
I ricercatori hanno osservato che a volte questi diamanti contengono minuscole inclusioni di minerali intrappolati durante la cristallizzazione del diamante, che consentono di comprendere ciò che accade a queste profondità estreme.