Da decenni, gli astronomi ripetono che solo il 5% dell’Universo è fatto di materia “visibile”: stelle, pianeti, gas, tutto ciò che possiamo osservare. Il resto — materia oscura ed energia oscura — resterebbe invisibile ma dominante.
E se non fosse vero?
Una nuova teoria propone una visione radicale: materia oscura ed energia oscura potrebbero essere illusioni cosmiche, il risultato di forze fondamentali che cambiano lentamente nel tempo.
L’idea, firmata da Rajendra Gupta, professore di Fisica all’Università di Ottawa, invita a riscrivere la storia dell’Universo così come la conosciamo.
«Le forze dell’Universo si indeboliscono man mano che esso invecchia», spiega Gupta. «Ciò che chiamiamo energia oscura è forse solo il segno di un cosmo che rallenta, mentre la gravità stessa cambia intensità nel tempo».
Quando le costanti non sono più costanti
Nella fisica classica, le cosiddette costanti fondamentali — come la velocità della luce o la forza di gravità — sono immutabili.
Il nuovo modello propone invece che queste costanti evolvano, modificando lentamente l’equilibrio cosmico.
Un cambiamento minuscolo, ma sufficiente a spiegare molti fenomeni misteriosi:
- l’espansione accelerata dell’Universo, finora attribuita all’energia oscura;
- la velocità di rotazione delle galassie, finora spiegata con l’esistenza della materia oscura.
Secondo Gupta, non servono entità invisibili per capire il cosmo: basta accettare che le regole del gioco si trasformino con il tempo.
Un’equazione che spiega tutto
Nel nuovo modello, un parametro chiamato α (alfa) descrive la variazione delle forze fondamentali nello spazio e nel tempo.
A differenza dei modelli tradizionali, che devono usare equazioni separate per spiegare la materia e l’energia oscura, questa teoria ne usa una sola.
Un’unica equazione per fenomeni che finora sembravano incompatibili.
Su scala cosmica, α si comporta come una costante. Ma nelle galassie — dove la materia è distribuita in modo irregolare — α cambia, generando un effetto gravitazionale aggiuntivo.
In pratica, la gravità sembra più forte nelle zone povere di materia visibile, esattamente ciò che gli astronomi osservano quando parlano di materia oscura.
Solo che, in questo caso, non serve immaginare alcuna “materia nascosta”: è la gravità stessa a cambiare volto.
Un Universo che invecchia, e con lui le sue leggi
Il modello di Gupta introduce anche un’altra idea rivoluzionaria: l’Universo potrebbe essere molto più vecchio di quanto pensiamo.
Se le forze cosmiche si indeboliscono col tempo, la “linea temporale” del cosmo si allunga — quasi raddoppiando l’età stimata dell’Universo.
Questo risolverebbe uno dei grandi enigmi dell’astrofisica moderna: come hanno fatto galassie e buchi neri a formarsi così presto, solo poche centinaia di milioni di anni dopo il Big Bang?
La risposta, forse, è semplice: non sono nate “presto” — è il tempo stesso che dura di più.
Un colpo di scena nella cosmologia moderna
Se confermata, questa teoria potrebbe cambiare radicalmente la ricerca astrofisica.
Per decenni, telescopi e acceleratori di particelle hanno cercato prove dell’esistenza della materia oscura: miliardi di dollari, esperimenti sofisticatissimi, ma nessun risultato definitivo.
Il modello di Gupta suggerisce che non ci sia nulla da trovare, perché ciò che osserviamo è solo il riflesso del cambiamento delle leggi fondamentali della natura.
Il paradosso della semplicità
«A volte la spiegazione più semplice è la migliore», conclude Gupta.
Forse l’Universo non nasconde forze invisibili o particelle sconosciute.
Forse è semplicemente un sistema che cambia con il tempo, e ciò che ci appare misterioso è solo la nostra prospettiva limitata.
Un’ipotesi che, sebbene rivoluzionaria, ha un fascino profondo: l’Universo non sarebbe governato da entità oscure, ma da un’evoluzione naturale, lenta e costante — come tutto ciò che vive e invecchia.
Foto di Breno Machado su Unsplash

