I trattamenti contro il morbo di Parkinson sono complicati e al momento non sono pensati per risolvere il problema alla radici e hanno anche diversi effetti collaterali. Uno di questi, per esempio, a lungo, porta a ulteriori tremori. Un nuovo studio sembra aver individuato dell'”attività” nel cervello legato a questa situazione. Sembra che si attivi un’area dell’organo pensata proprio alla formazione di ricordi. Agendo attorno a questo processo potrebbe di fatto portare a nuove vie per gestire la malattia.
Come farmaco nello specifico si parla del Levodopa che funziona andando a gestire il deficit della dopamina del cervello. Il problema è che alla lunga porta a sintomi simili del morbo di Parkinson, ma ben specifico ovvero discinesia. Analizzando il cervello dei topi, hanno notato delle attività nella parte del cervello legati alla formazione della memoria.
Come la formazione della memoria influenza il morbo di Parkinson
Le parole dei ricercatori dell’Università dell’Alabama: “Invece di cercare un trattamento completamente alternativo, volevamo vedere se esisteva un modo per prevenire lo sviluppo della discinesia. Sembrava che il cervello stesse formando una memoria motoria, e ogni volta che un paziente riceveva un trattamento con L-DOPA, questa memoria veniva poi richiamata ad ogni successiva esposizione a L-DOPA. In sostanza, impedendo il funzionamento di una proteina specifica, siamo stati in grado di arrestare lo sviluppo dei sintomi della discinesia nei modelli murini, cancellando di fatto la memoria del cervello della risposta motoria alla L-DOPA.”
Questo processo ora va provato delle persone effettivamente con il morbo di Parkinson. Per quanto certi aspetti sono simili nei topi, la complessità del cervello umano richiede accorgimenti molto più grossi, ma rimane comunque una nuova possibilità per trattare la malattia.