Le principali malattie degenerative del cervello sono il morbo di Alzheimer e quello di Parkinson. Entrambi i suddetti vanno a interessare aree del cervello legale a problemi del sonno come l’insonnia o cicli anormali in generale. Secondo nuovi studi su questa associazione potrebbe in futuro basarsi delle terapie conservative per limitare il progredire dei sintomi.
Nello specifico si pensa che aiutare a garantire un ciclo di sonno profondo nei pazienti con queste malattie si possa limitare l’accumulo delle tossine tossiche che provocano il tutto. Si tratterebbe di una medica particolare, ma dagli effetti sorprendenti. Gli studi in merito stanno aumentando e gli scienziati sono sempre più convinti di raggiungere un punto di svolta utilizzabile.
Sonno profondo contro il Parkinson e l’Alzheimer
Le parole di uno degli autori delle recente ricerche, la neuroscienziata dell’ospedale universitario di Zurigo, Marta Morawska: “È stato dimostrato che si verificano disturbi del sonno e contribuiscono a diverse malattie neurodegenerative, incluso il morbo di Parkinson. In particolare, le alterazioni del sonno a onde lente mostrano una correlazione con i sintomi e la progressione del morbo di Parkinson. La privazione del sonno ha aumentato gli aggregati cerebrali di alfa-sinucleina. l miglioramento del sonno a onde lente con sodio oxibato ha ridotto il carico di alfa-sinucleina, probabilmente aumentando la funzione glinfatica e modulando l’omeostasi proteica”.
Anche con l’Alzheimer il discorso è sostanzialmente lo stesso anche se si parla di una degenerazione diversa delle aree del cervello coinvolte. Ci sono anche altre patologie nella lista che potrebbe beneficiare di ricerche in merito e non resta che aspettare.