Un elemento chimico per eliminare i batteri resistenti agli antibiotici

In uno studio fatto da due ricercatori americani, è emerso che "nutrire" i batteri resistenti agli antibiotici con il Gallio li blocca ed elimina.

Esistono miliardi di microrganismi, i batteri, che possono disporsi su ogni superficie. Si dividono principalmente in tre tipi, saprofiti, che vivono nell’ambiente, commensali, che vivono in un’ospite ma senza recare danno, e patogeni, che vivono nell’ospite e provocano sempre danno all’organismo. Molti batteri, inoltre, sopravvivono anche in condizioni avverse, per esempio in ambienti acquatici si trasformano in VBNC (forme vitali ma non coltivabili). Riescono, così, anche a resistere a clorazione e disinfettanti e col tempo anche a farmaci quali antibiotici. In questo caso, è stato scoperto, un modo per eliminarli, ovvero nutrirli con il Gallio, vediamo perché.

 

Avvelenare i batteri

Due ricercatori dell’università di Washington, nello studio pubblicato su Science Translational Medicine, hanno scoperto che un metodo per eliminare i superbatteri resistenti anche agli antibiotici è nutrirli, l’opposto di ciò che si pensa fare, come nel caso delle zanzare anofale.  Gli studi si sono basati sul superbatterio Pseudomonas aeruginosa, che infetta principalmente polmoni e vie urinarie ed è molto difficile eliminarlo in persone immunodepresse, con AIDS, cancro ecc.

Si è scoperto che i batteri per replicarsi e infettare gli organi devono nutrirsi di un elemento chimico specifico, il Ferro (26Fe), prendendolo ovunque con qualsiasi modo possibile. I due ricercatori hanno allora pensato di nutrirli con il Gallio (31Ga), che è molto dannoso per i batteri in quanto termina il processo di replicazione di DNA del batterio.  Inoltre, i superbatteri, che di solito riescono velocemente a sviluppare resistente specifiche, fanno molta fatica a difendersi dal gallio e quest’ultimo, combinato con antibiotici, è  ancora più efficace e difficile da eludere.

I test sono stati fatti prima su dei topi, con ottimi risultati sull’effetto del gallio, e poi su 20 pazienti con fibrosi cistica, dove il metallo ha migliorato le funzioni respiratorie senza provocare controindicazioni. Ovviamente, questo tipo di “cura” contro  i batteri, è di difficile applicazione e serviranno numerosi test ed esperimenti per migliorarla e renderla sicura al 100%.