Nel 1928, un ricercatore scozzese di nome Alexander Fleming tornò dalle vacanze e scoprì di aver accidentalmente coltivato una specie di fungo chiamato Penicillium su una capsula di Petri contenente batteri. I funghi, con sorpresa di Fleming, sembravano tenere a bada la crescita di quel batterio. Ulteriori indagini lo hanno portato a scoprire la penicillina antibiotica salvavita, che ha innescato una rivoluzione nel trattamento delle malattie infettive.
Quasi un secolo dopo, Hexagon Bio, una startup biotecnologica, vuole scoprire altri usi medicinali per i funghi. Il 15 settembre la società ha annunciato di aver raccolto 47 milioni di dollari che l’aiuterà a sequenziare geneticamente i funghi ed a trovare nuovi farmaci innovativi. La prossima penicillina, scommette la compagnia, è già là fuori in attesa di essere scoperta.
La startup che vuole usare i funghi per trovare nuovi farmaci
“Consideriamo davvero [Hexagon] come la prima di una nuova generazione di grandi aziende farmaceutiche basate sul calcolo”, afferma Alex Kolicich, partner fondatore e membro del consiglio di Hexagon Bio. “Fin dal primo giorno ho pensato che avessero un’ambizione davvero forte.”
Hexagon Bio utilizza queste discipline per sequenziare i genomi dei funghi e rilevare se sono stati alterati o meno per proteggere dalle malattie. L’azienda quindi studia se qualcuno dei geni alterati possa essere utilizzato per il trattamento di malattie umane. Non è un’idea inverosimile. Le statine, un gruppo di farmaci per abbassare il colesterolo, furono scoperte dal ricercatore giapponese Akira Endo nel 1976 quando si rese conto che i geni nel fungo Penicillium citrinum gli permettevano di produrre due composti che possono abbassare il colesterolo umano. Sebbene la scoperta sia stata notevole, ci sono voluti diversi anni per scansionare i genomi fungini per trovare questi composti.