Canon EOS 6D Mark II è una reflex leggermente datata, in commercio da ormai un paio d’anni, ma comunque ancora presente nei listini dei principali rivenditori di elettronica, con un prezzo (solo corpo) che supera i 1000 euro. Riuscirà a sostenere il passo delle più recenti mirrorless? scopriamolo assieme nella recensione completa.
Il corpo è realizzato in lega di alluminio e policarbonato, con resistenza alla polvere e all’umidità (tropicalizzazione), le cui dimensioni rispecchiano alla perfezione gli standard a cui ancora oggi siamo abituati. Nello specifico raggiungono 144 x 110,5 x 74,8 millimetri, con un peso di circa 765 grammi, incluse batteria e scheda SD. La maneggevolezza è buona, non risulta essere troppo ingombrante o pesante, si può tranquillamente pensare di inserirla in uno zaino senza che vada ad appesantire più di tanto.
Ottima l’impugnatura, abbastanza profonda, facilita l’utilizzo con una sola mano (anche data la relativa leggerezza), mantenendo comunque il giusto spazio per le dita verso l’ottica vera e propria. La disposizione della pulsantistica nella parte superiore è ben congeniata, il form factor è caratteristico di tutte le reflex del brande, per questo non troviamo differenze particolari. Spicca il display retroilluminato sulla destra, con tutte le informazioni di stato, ed appena sopra i pulsanti per la messa a fuoco, drive, ISO e similari, per poi spostarsi sulla sinistra con la ghiera per la selezione della modalità (oltre al selettore per l’accensione/spegnimento). L’accessibilità al pulsante di scatto non presenta negatività di alcun tipo.
Sui bordi troviamo tutta la connettività del caso, sul lato sinistro spiccano una micro HDMI, una microUSB per il collegamento ad un PC, ed un singolo jack da 3,5mm per il microfono esterno. Spostando l’attenzione al lato destro, invece, ecco arrivare l’unico slot per la SD; una dotazione non troppo fornita, ma comunque pronta a soddisfare la maggior parte delle esigenze degli utenti.
Il sensore è un full frame CMOS da 35,9 x 24 millimetri, da 26,2 megapixel effettivi, con filtro passa basso integrato, filtro colori primari e rapporto di visualizzazione 3:2. La Canon EOS 6D Mark II è una reflex, affiancata dal DIGIC 7 (nelle più moderne abbiamo il DIGIC 8), come processore d’immagine.
L’otturatore, con scorrimento verticale sul piano focale, è controllato elettronicamente, con velocità di scatto tra 1/4000 di secondo e 30 secondi, gli ISO possono variare tra 100 e 40000, gli scatti continui raggiungono al massimo 6,5fps.
Nella parte posteriore la disposizione dei pulsanti non cambia rispetto agli standard a cui siamo abituati, con il selettore per la modalità di utilizzo (foto o video, ed il tasto di registrazione), il pulsante Q ed il blocco per evitare pressioni involontarie. Nella parte alta spicca ottico pentaprisma, con copertura del 98%, ingrandimento 0,71X ed estrazione pupillare a circa 21 millimetri.
Volendo invece scattare in elettronico, è possibile sfruttare il monitor LCD da 3 pollici di diagonale (7 centimetri), con rapporto d’aspetto 3:2, angolo di visualizzazione di 170 gradi e copertura del 100%. La luminosità massima è sufficiente per un utilizzo sotto la luce solare diretta, ricordando comunque che è regolabile solo manualmente su 7 livelli. E’ completamente touchscreen, gli input vengono recepiti discretamente, anche se è necessaria una leggera pressione, oltre che essere completamente orientabile, per facilitare la realizzazione di selfie (peccato che le cornici siano abbastanza marcate). La qualità è discreta, i suoi 1,04 megapixel sono più che sufficienti per visualizzare in maniera corretta gli scatti, sebbene non raggiungano i livelli attuali.
La batteria è agli ioni di litio, modello LP-E6N, ricaricabile solo tramite il caricabatterie incluso in confezione. L’autonomia è complessivamente buona, permette tranquillamente di raggiungere 1200 scatti continui, prima di dover ricorrere alla ricarica.
Gli scatti sono generalmente discreti, nonostante i due anni di presenza sul mercato, in condizioni di scarsa luminosità, le immagini sono buone fino a circa 12800 ISO, riuscendo a ridurre al massimo il rumore digitale, ed evitando problematiche relative alla luminanza o alla crominanza. Il range ISO entro il quale le immagini le possiamo ritenere “perfette” raggiunge al massimo gli 800, poi gli scatti cominciano a diventare buoni con il crescere degli stessi ISO.
Ciò che lascia leggermente l’amaro in bocca è forse la gamma dinamica, uno degli storici talloni d’Achille del mondo Canon, anche in questo caso non è facile cogliere tutte le sfumature che vorremmo, nonostante molto si possa recuperare in post-produzione. Il bilanciamento del bianco non presenta difetti o defezioni particolari, come anche la gestione delle forti luci, restituendo a tutti gli effetti una scena fedele a quanto effettivamente ripreso. Dettagli e nitidezza sono ottimi, quasi al livello delle mirrorless più quotate del 2022, sopratutto per capacità di mettere in risalto l’intera ampiezza del fotogramma, ed offrire una profondità di campo davvero eccellente.
La Canon EOS 6D Mark II non è una camera pensata per la fotografia sportivi, né per la realizzazione di video, in quanto si raggiunge al massimo il FullHD a 60fps, senza sfociare nel 4K (per una durata massima di 30 minuti o 4GB di file). L’autofocus si appoggia al sistema a 45 punti, simile a quello visto su EOS 90D, a croce (solo il centrale è a doppia croce), tutti concentrati nella parte centrale della scena effettivamente inquadrata. Passando alla modalità Live View, invece, entra in gioco il solito Dual Pixel CMOS, un sistema discreto, che non è al livello dei più quotati di Sony, Fujifilm o Panasonic, sopratutto in termini di velocità di passaggio da un soggetto all’altro, e di stabilità in condizioni di scarsa luminosità.
La stabilizzazione non è ottica sul sensore, si affida solamente all’eventuale stabilizzatore degli obiettivi montati, per questo motivo è davvero difficile pensare di registrare un video camminando, la stabilità è estremamente complessa. Discorso diverso per un semplice pan a mano libera, più alla portata anche dell’utente meno esperto.
In conclusione il passo in avanti rispetto al modello originale della Canon EOS 6D Mark II è notevole, sono stati adottati un nuovo sensore e processore, con miglioramenti notevoli anche per quanto riguarda l’autofocus in sé. Tutto questo porta ad una reflex di buona fattura, esteticamente molto valida, robusta ed affidabile, in grado di scattare ottime immagini in ogni condizioni di luce.
Dall’altro lato della medaglia troviamo una gamma dinamica decisamente ridotta, una messa a fuoco non al livello degli standard della concorrenza, e l’assenza della possibilità di registrare in 4K.
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