Dopo anni di silenzio, Team Ninja riporta in vita una delle sue saghe più amate con Ninja Gaiden 4, un titolo che prometteva un ritorno trionfale all’azione pura e brutale. I fan di lunga data speravano in un’esperienza che sapesse fondere l’eredità dei classici con la potenza tecnologica dei moderni hack and slash, ma ciò che ne emerge è un’opera visivamente imponente ma ludicamente stanca, incapace di rinnovare davvero la formula.
Fin dai primi minuti, il gioco dimostra una cura estetica impressionante: la presentazione cinematografica, la colonna sonora dai toni orientali e la tensione del primo scontro fanno rivivere l’essenza di Ryu Hayabusa. Tuttavia, basta qualche ora per capire che qualcosa manca. L’impatto iniziale lascia spazio a un senso di déjà-vu, come se Ninja Gaiden 4 fosse un guerriero formidabile, ma intrappolato nel passato.
Trama

La storia di Ninja Gaiden 4 si apre su un Giappone moderno e devastato da una nuova minaccia. Il Clan Amatarasu, un gruppo di assassini e scienziati corrotti, tenta di risvegliare un’antica entità demoniaca per dominare il mondo. Ryu Hayabusa, ormai segnato dalle battaglie e dalla solitudine, torna a impugnare la sua katana per fermare l’avanzata dell’oscurità. La narrazione tenta di approfondire il lato umano del protagonista. Ryu non è più solo un’arma perfetta, ma un uomo diviso tra il dovere e la consapevolezza della propria natura distruttiva. Tuttavia, questa introspezione, pur interessante, resta superficiale e poco sviluppata. Il racconto procede su binari prevedibili, con colpi di scena che non sorprendono mai davvero.

Il ritmo narrativo alterna momenti di grande spettacolo a sezioni lente e prive di tensione. Gli intermezzi filmati, per quanto ben diretti, non riescono a dare spessore ai personaggi secondari. La nuova alleata Mei-Lin e il rivale Ryunosuke hanno potenziale, ma vengono abbandonati troppo presto, lasciando Ryu da solo in una trama che finisce per risultare più funzionale che emotiva. Il mondo di Ninja Gaiden 4 affascina, ma non coinvolge. È un viaggio tra templi, laboratori e città corrotte, sempre spettacolare da guardare, ma troppo lineare da vivere. Alla fine, la storia serve solo da cornice all’azione, quando avrebbe potuto essere il cuore pulsante di un ritorno memorabile.
Grafica

Se c’è un aspetto in cui Ninja Gaiden 4 riesce a stupire, è la resa visiva. Il titolo utilizza un motore grafico di ultima generazione basato su Unreal Engine, offrendo ambientazioni dense di atmosfera e un impatto visivo di altissimo livello. Le città avvolte dalla pioggia, i templi illuminati da lanterne e i paesaggi montani intrisi di nebbia ricreano un mondo cupo, crudele, ma incredibilmente affascinante. L’uso della luce dinamica e delle particelle contribuisce a rendere ogni scenario vibrante, trasformando ogni missione in un piccolo film d’azione.

Ryu Hayabusa è animato con una precisione straordinaria. Ogni movimento della katana, ogni parata e ogni salto trasmette potenza e controllo. Le animazioni di combattimento sono tra le più fluide mai viste nella serie, con un’attenzione quasi maniacale ai dettagli: il sangue che si disperde nell’aria, le scintille del metallo, le ombre che si allungano nelle notti tempestose.Anche i nemici, in particolare le creature demoniache, sfoggiano un design eccellente, a metà tra tradizione giapponese e orrore moderno. Tuttavia, nonostante l’impatto visivo, si nota una certa ripetitività nelle ambientazioni: troppi corridoi simili, troppe aree riciclate.
Dal punto di vista tecnico, il gioco mostra piccoli problemi di ottimizzazione su PC, soprattutto nei momenti più caotici. Nulla di disastroso, ma abbastanza per ricordare che sotto la superficie lucida si nascondono alcune crepe.
Nonostante questo, Ninja Gaiden 4 resta un titolo esteticamente maestoso, un’esperienza visiva che dimostra quanto Team Ninja sappia ancora creare mondi evocativi e brutali.
Gameplay

Il gameplay di Ninja Gaiden 4 è una lama a doppio taglio, proprio come la spada di Ryu. Da un lato, il combat system resta tecnico, veloce e viscerale, tra i più soddisfacenti del genere; dall’altro, manca la profondità e la brutalità che avevano reso i primi capitoli veri capolavori dell’action.
Ogni scontro è un balletto di sangue e acciaio. Ryu può alternare armi corpo a corpo e tecniche ninpo, concatenando combo che richiedono riflessi millimetrici. Il feedback dei colpi è potente, la fluidità impeccabile, e ogni battaglia trasmette quella sensazione fisica e concreta che solo Ninja Gaiden sa offrire. Tuttavia, le novità nel sistema di combattimento sono poche. La nuova Modalità Istinto, che aumenta temporaneamente la potenza e la velocità degli attacchi, introduce un pizzico di spettacolarità ma non modifica l’approccio strategico agli scontri. È una trovata estetica più che sostanziale, utile per esaltare i momenti chiave, ma non rivoluzionaria.

La difficoltà, pur sempre elevata, appare più bilanciata rispetto al passato, perdendo parte del fascino punitivo che definiva la saga. Gli scontri contro i boss, per quanto visivamente grandiosi, risultano più prevedibili: gli schemi d’attacco sono leggibili e la sfida, una volta compresi i pattern, si appiattisce. Il livello di sfida resta comunque alto, ma manca quella tensione costante che rendeva ogni errore fatale e ogni vittoria una conquista sudata. È come se Team Ninja avesse voluto rendere il gioco più accessibile, sacrificando però la sua identità più cruda e spietata.
Meccanica di gioco

Le meccaniche di Ninja Gaiden 4 mostrano un dualismo interessante: da un lato il titolo perfeziona elementi storici della serie, dall’altro introduce novità timide che non riescono a lasciare il segno. Il sistema di combattimento è fluido e ben bilanciato, ma troppo simile a quello dei capitoli precedenti. L’assenza di una progressione del personaggio realmente significativa limita la motivazione del giocatore a sperimentare. Le abilità si sbloccano in modo superficiale e non incidono profondamente sullo stile di gioco. Anche le sezioni platform e i puzzle ambientali cercano di offrire respiro tra uno scontro e l’altro, ma risultano ripetitivi e privi di ispirazione. Si ha spesso la sensazione di ripercorrere le stesse aree più volte, in un loop di backtracking che spezza il ritmo e genera frustrazione.
Sul piano tecnico, la telecamera rappresenta ancora un tallone d’Achille. Migliorata rispetto ai vecchi capitoli, ma ancora incapace di seguire sempre l’azione con precisione, specialmente durante le battaglie più concitate. In compenso, il sistema di collisioni e fisica dei colpi è eccellente: ogni lama, pugno o ninpo ha un peso concreto, e la sensazione di controllo totale sul personaggio resta uno dei punti di forza assoluti del titolo. Il risultato è un gioco che, pur restando solido e divertente, non osa mai davvero. È come un ninja che preferisce la sicurezza alla sorpresa, il colpo perfetto alla follia del rischio.
Conclusioni

Ninja Gaiden 4 è un titolo affascinante ma incompiuto, un ritorno che convince l’occhio ma non il cuore. È un gioco che offre ore di azione adrenalinica, un comparto tecnico spettacolare e una direzione artistica di alto livello, ma che fallisce dove conta davvero: nel dare un senso di evoluzione alla saga. Chi cerca l’ebbrezza dei combattimenti veloci e brutali la troverà, ma chi sperava in un nuovo capitolo capace di ridefinire gli standard dell’action rimarrà deluso. La mancanza di innovazione, la trama poco incisiva e la struttura lineare lo rendono un titolo più rispettoso del passato che proiettato verso il futuro.

