Nelle scorse ore, diversi utenti si sono visti scalare il credito residuo dalle loro SIM a causa di una truffa WhatsApp. Questa, sfrutta fake news per far cliccare agli utenti su link malevoli che attivano servizi indesiderati sulla linea telefonica. Nella maggior parte dei casi, tali servizi prosciugano completamente il credito presente sulle SIM. Sono quelli TIM, WindTre e Vodafone, gli utenti più in pericolo. Ecco come proteggersi.
Le truffe su WhatsApp sono all’ordine del giorno. É bene informarsi su come riconoscerle per evitare di passare dei brutti momenti. Nel prossimo paragrafo andremo a spiegarvi il funzionamento della nuova truffa “mangia credito” e come fare per evitare di incappare nel tranello dei malintenzionati.
WhatsApp: il credito residuo della SIM è in pericolo
La truffa “mangia credito” sfrutta la disinformazione per rubare il credito residuo degli utenti. I malintenzionati mandano un link relativo ad una fake news su chat e gruppi WhatsApp. Cliccando sul link (malevolo), gli utenti si vedono attivare servizi in abbonamento sul loro credito residuo. In pochi minuti, il credito delle SIM viene completamente azzerato. Nelle scorse ore, molti utenti si sono lamentati con gli operatori per la situazione. Nella maggior parte dei casi, per fortuna, questi riescono a rimborsare i soldi sottratti agli utenti. Ma come fare per evitare questa perdita di tempo?
Gli utenti più in pericolo, come già detto, sono quelli che possiedono una linea Tim, Vodafone e WindTre. Questi, infatti, permettono, salvo richiesta degli utenti, l’attivazione dei servizi in abbonamento. Gli operatori virtuali, invece, hanno questa impostazione bloccata di default. Se non l’avete ancora fatto, vi consigliamo di contattare il vostro gestore per farvi bloccare l’attivazione di tali servizi. Inoltre, è fortemente consigliato evitare di cliccare su qualsiasi link sospetto ricevuto all’interno di WhatsApp. Sono questi i due modi per evitare al 100% di cadere vittima della truffa. Restate in attesa per eventuali aggiornamenti a riguardo.
Ph. credit: WhatsApp.it