I droni trovano i dispersi in aree boschive grazie all’AI

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Un team di ricercatori della Johannes Kepler University ha sviluppato un sistema che unisce la tecnologia dei droni con l’intelligenza artificiale per migliorare la ricerca di dispersi in aree difficili come potrebbero essere boschi e foreste.

 

La difficoltà delle ricerche nelle zone boschive

In simili zone infatti, l’utilizzo di elicotteri o droni con semplici telecamere può risultare difficoltoso in quanto le chiome degli alberi potrebbero nascondere eventuali dispersi alla vista delle telecamere. Per questo David Schedl, Indrajit Kurmi e Oliver Bimber, hanno applicato una rete di apprendimento profondo alla tecnologia dei droni e delle termocamere.

Queste ultime infatti possono evidenziare le differenze di temperatura corporea delle persone a terra, rendendole più facili da individuare fra gli alberi. Ma in alcuni casi la fitta vegetazione che copre il suolo può rendere difficoltoso persino l’utilizzo della termografia, così come il sole che riscalda gli alberi, portandoli ad una temperatura che è simile alla temperatura corporea umana.

 

Il connubio tra droni, termocamere ed intelligenza artificiale

Nello sviluppo di questo nuovo sistema, i ricercatori hanno cercato di superare questi ostacoli utilizzando l’intelligenza artificiale per migliorare le immagini che vengono realizzate. La soluzione sviluppata dal team prevede l’utilizzo dell’AI per elaborare più immagini di una determinata area.

Le immagini vengono poi confrontate dall’AI che permette di creare un’immagine a partire da più immagini termiche scattate da un elicottero o da un drone. Si ottiene così un’immagine che è come se fosse stata catturata da una fotocamera con un obiettivo molto più ampio.

Una volta elaborata l’immagine, che oltre ad un angolo maggiore avrà anche una minore profondità di campo, si otterranno dunque immagini in cui e cime degli alberi appaiono sfocate, mentre le persone a terra diventavano molto più riconoscibili.

Per addestrare il sistema di intelligenza artificiale, i ricercatori hanno dovuto creare il proprio database di immagini, usando dei droni per scattare foto di volontari a terra in un’ampia varietà di posizioni e situazioni.

 

Gli ottimi risultati rendono il sistema di dormi e AI già utilizzabile

Il sistema è stato poi testato ottenendo buoni risultati. Circa dall’87 al 95% delle immagini si sono rivelate accurate, rispetto a solo il 25% ottenuto dalle tradizionali immagini termografiche.

Il team ritiene che il sistema da loro sviluppato possa essere utilizzato sin da subito. Squadre di ricerca e soccorso, così come le forse dell’ordine, possono dunque già avvalersi di questa nuova tecnologia.

Ph. Credit: Johannes Kepler University

Valeria Magliani
Valeria Magliani
Instancabile giramondo, appassionata di viaggi, di scoperte e di scienza, ho iniziato l'attività di web-writer perché desideravo essere parte di quel meccanismo che diffonde curiosità e conoscenza. Dobbiamo conoscere, sapere, scoprire e viaggiare, il più possibile. Avremo così una vita migliore, in un mondo migliore.

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