Recensione Tin Hearts, un puzzle game ben fatto e convincente

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Tin Hearts è un recente puzzle game con protagonisti dei piccoli soldatini a molla, realizzati interamente in legno, con alle spalle una storia decisamente struggente, pronta a raccontare dell’amore che un padre può avere per la propria figlia. Vediamolo meglio da vicino con la nostra recensione completa.

 

Trama

Alle spalle del costrutto narrativo di Tin Hearts, come anticipato del resto, troviamo un mastro giocattolaio, amatissimo padre, che nel corso dell’intera avventura permette di rivivere tutta la sua storia ei ricordi. Una trama di per sé ben articolata e raccontata, ma per nulla originale, che punta fortissimo sul sentimentalismo e l’attrattiva che temi così importanti potrebbero avere per milioni di utenti nel mondo.

Per riuscire a vivere al meglio i suoi ricordi, l’intero gioco verrà completato in prima persona, impersonando lo stesso Albert (il mastro giocattolaio), alle prese con la figlioletta, chiamata Rose. Ogni livello permette di aprire una piccola porta sul suo passato, mostrando con crescenti approfondimenti, ciò che si nasconde alle spalle di una famiglia apparentemente felice.

 

Grafica

La nostra prova si è svolta su PS5, non abbiamo notato rallentamenti nel frame rate o bug grafici particolari da segnalare. Si tratta a tutti gli effetti di una produzione relativamente low cost, e con essa la conta poligonale o le texture non riescono, ovviamente, a raggiungere livelli particolarmente elevati. L’ambientazione è piacevole ed adeguata all’avventura, anche se non abbiamo apprezzato la scelta di ripetere diversi oggetti ed aree, non portando quella varietà che ci saremmo aspettati.

I piccoli personaggi sono ben realizzati, i modelli sono abbastanza definiti e differenti tra loro, con movenze che ricordano alla perfezione proprio dei piccoli soldatini “robotici”. La narrazione, in lingua inglese, cattura sufficientemente, con una colonna sonora adeguata e divertente, sempre pronta a mantenere alta l’attenzione da parte del giocatore.

 

Meccaniche di gioco

Come avrete potuto intendere, Tin Hearts punta fortissimo sulla componente narrativa, e dobbiamo ammettere di essere rimasti piacevolmente colpiti dalla progressione e dal lento approfondimento della storia, che spinge il giocatore a voler proseguire nell’esperienza, per scoprire sempre quel punto aggiuntivo che manca.

La longevità di 6 ore è più che adeguata per il contorno dell’avventura, fatta da un susseguirsi interminabile di rompicapi, in cui veniamo spinti ad utilizzare le invenzioni di Albert, per cercare di risolvere gli enigmi. Lo scopo è di far transitare i piccoli soldatini nella porta, cercando di indirizzarli nel miglior modo; fortunatamente, per velocizzare la marcia è stato inserito in-game un orologio (regolabile dall’utente), in caso contrario sarebbe anche potuto essere abbastanza noioso. Sfruttando sempre lo stesso, da notare che è possibile riavvolgere il tempo, in modo da recuperare eventualmente i soldatini caduti, oppure anche mettere in pausa, altra fondamentale opzione, in quanto permette all’utente di ragionare sul da farsi, visualizzando anche la traiettoria della marcia dei soldatini stessi (facilitando la risoluzione dell’enigma).

La progressione è molto buona, oltre all’Atto 1 (una sorta di tutorial in cui vengono spiegate le meccaniche di base), il giocatore si ritrova a scoprire di volta in volta nuovi metodi per indirizzare i soldatini, dall’utilizzo di forme geometriche in legno, fino ad arrivare ad esempio a palloncini riempiti di elio per far volare letteralmente i piccoli personaggi da una parte all’altra della scena, o tamburelli su cui farli rimbalzare. Il tutto è estremamente intuitivo, in quanto l’interazione è limitata ai soli oggetti utili alla risoluzione dell’enigma.

 

Tin Hearts – conclusioni

In conclusione Tin Hearts è un gioco semplice, ma perfettamente a fuoco sulle proprie meccaniche, e pronto a far scervellare gli utenti alla ricerca di un puzzle game che non si perda volendo strafare. Il punto forte dell’esperienza è legato alla narrativa, d’impatto, con tematiche di rilievo ed in grado di spingere il giocatore ad una profonda riflessione sul fatto che niente è come sembra.

Dall’altro lato della medaglia troviamo forse una eccessiva ripetitività delle scene e delle azioni, le sole 6 ore di gioco scivolano fluide, sebbene gli utenti meno resilienti si potrebbero stancare.

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