Microsoft: ecco quanto incidono le patch usate per bloccare il bug delle CPU

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A partire dalla scorsa settimana abbiamo avuto modo di apprendere i rischi cui sono incorse tutte le CPU fabbricate nel corso degli ultimi dieci anni, tutte accomunate da un pericoloso bug sul quale è intervenuta anche Microsoft Corporation, che già agli inizi aveva indicato le potenziali ripercussioni negative dovute all’applicazione dei correttivi. 

Oggi, entrando più nel merito del dettaglio, la società di Redmond ha deciso di porre in luce gli effetti negativi alle prestazioni da introdursi con le patchfix per Meltdown e Spectre. Si tratta di vulnerabilità che affliggono sia i client Desktop che Mobile delle rispettive piattaforma Windows/Mac ed iOS/Android, essendo questi ultimi basati su kernel Linux.

Decisamente controtendenza la posizione di Intel nei riguardi di quanto confermato dal colosso americano in merito alla riduzione sensibile delle prestazioni CPU, in luogo del fatto che l’interessata afferma la variabilità del fattore prestazionale in relazione al modello di microprocessore considerato ed al sistema operativo ospite.

Detto in breve, è stato affermato che le unità equipaggiate con soluzioni minime Intel Skylake con a bordo le ultime revisioni Windows 10 evidenziano cali alle prestazioni minime, contro invece le proposte Haswell e precedenti dai quali benchmark si evince una netta perdita di performance rispetto ai valori standard fatti registrare in fase di analisi iniziale.sicurezza CPULa situazione peggiore in relazione ai sistemi operativi antecedenti Microsoft Windows 10, e con particolare attenzione alle piattaforme software Windows 7 e Windows 8.1 in supporto a processori serie Haswell e precedenti. Le aspettative di Microsoft in relazione al problema sono quelle relative al fatto che la maggior parte degli utenti non noterà la perdita di velocità nell’esecuzione delle operazioni, benché sia un fatto che le patch introducano senz’altro un rallentamento parziale del sistema in linea generale.

Una mancanza che sarà ben più visibile negli OS con Kernel old-gen, dove si registra un maggior numero di transizioni user-Kernel rispetto alle attuali generazioni aggiornate dei sistemi. Uno dei problemi più rilevanti, ad ogni modo, resta quello relativo alle distribuzioni Microsoft Windows Server, dove l’impatto sarà notevole a causa della non differenziazione del tipo di computer.

I risultati definitivi dei test verranno condivisi dalla compagnia nel corso delle prossime settimane, mentre il direttivo conclude dicendo che occorrerà parecchio tempo per arginare la situazione a titolo definitivo. In aggiunta, la compagnia si impegna ad elargire al suo bacino d’utenza la sua massima trasparenza in queste e nelle varie ed eventuali operazioni future.

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Federica Vitale
Federica Vitalehttps://federicavitale.com
Ho studiato Shakespeare all'Università e mi ritrovo a scrivere di tecnologia, smartphone, robot e accessori hi-tech da anni! La SEO? Per me è maschile, ma la rispetto ugualmente. Quando si suol dire "Sappiamo ciò che siamo ma non quello che potremmo essere" (Amleto, l'atto indovinatelo voi!)

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