Alzheimer: l’NHS ancora non è pronta a fornire un nuovo farmaco

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È necessario una nuova riorganizzazione della cura della demenza per garantire che i pazienti del Regno Unito possano ricevere un farmaco innovativo che rallenti la progressione della malattia di Alzheimer, secondo gli scienziati. I risultati di questo studio clinico sul lecanemab hanno confermato che il farmaco riduce il declino cognitivo nei pazienti con Alzheimer allo stadio iniziale.

Una svolta conquistata a fatica e salutata come un momento storico per il settore. Questo nuovo farmaco è stato il primo a dimostrare il cambio di rotta della malattia. Sebbene la regressione della malattia sia minore, circa il 27% in meno in 18 mesi, gli esperti sono ottimisti in quanto ritengono che abbia un potenziale per offrire una vita più indipendente. Purtroppo però non tutti i paesi riusciranno ancora ad offrire questo farmaco liberamente.

 

Alzheimer, NHS ancora non è pronta per il nuovo farmaco

L’FDA negli Stati Uniti dovrebbe riuscire ad approvare il farmaco a gennaio, aprendo la strada agli ospedali statunitensi per iniziare a prescrivere il farmaco il prossimo anno. Ma l’NHS deve al momento affrontare ulteriori sfide prima di poter approvare questo farmaco, con i pazienti che potrebbero riceverlo non prima del 2026. Sebbene alcuni centri specialistici abbiano le capacità richieste, il SSN semplicemente non ha l’infrastruttura e il personale per diagnosticare pazienti potenzialmente idonei, né per somministrare il farmaco, che viene somministrato per infusione ogni due settimane, né per eseguire e leggere più MRI sicurezza scansioni.

Lecanemab è una terapia anticorpale che prende di mira i grumi di proteine ​​chiamate beta-amiloide, che si accumulano nel cervello dei pazienti. Gli scienziati discutono ancora sul ruolo dell’amiloide nell’Alzheimer, ma eliminarlo dal cervello potrebbe impedire ad altri processi patologici di prendere piede, come la formazione di grovigli proteici all’interno delle cellule cerebrali. I pazienti a cui viene diagnosticato un precoce declino cognitivo hanno almeno 6 anni di vita indipendente, prima di aver bisogno d’aiuto. Quindi se il farmaco potesse bloccare lo scorrere del tempo, i pazienti potrebbero avere almeno altri 18 mesi di vita auto sufficiente.

 

I pazienti potrebbero avere una vita più lunga

Parte del problema è che la maggior parte dei pazienti con demenza nel Regno Unito viene curata in cliniche della memoria gestite da servizi psichiatrici o gerontologici, che non hanno accesso di routine ai test di Alzheimer. L’Alzheimer’s Research UK stima che solo il 2% dei pazienti idonei per il lecanemab avrebbe accesso al farmaco in base ai test esistenti. Quasi 1 milione di persone nel Regno Unito vivono con la demenza, la principale causa di morte nel paese. Due terzi dei casi sono dovuti all’Alzheimer. La condizione provoca la distruzione inarrestabile dei neuroni nel cervello, causando perdita di memoria, problemi nel processo decisionale e, infine, difficoltà nel mangiare, parlare e muoversi.

I medici avranno bisogno di nuovi servizi, sia all’interno della psichiatria, magari riferendosi alla neurologia per la puntura lombare o le scansioni, sia all’interno della neurologia in grado di fornire il gran numero di nuovi test diagnostici. Si stima che almeno 106.000 persone potrebbero beneficiare di lecanemab se e quando sarà disponibile nel Regno Unito. Ma attualmente una persona su sei aspetta più di un anno per vedere uno specialista dopo il rinvio del medico di base e una su 10 aspetta più di sei mesi per una scansione del cervello.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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