Il 13 aprile del 2029, tra soli 8 anni, l’asteroide Apophis passerà nuovamente vicino alla Terra, ad una distanza inferiore a 32.000 chilometri dalla superficie del nostro Pianeta. Proprio per la sua orbita così pericolosamente vicina alla nostra, l’enorme asteroide 99942 Apophis era considerato tra gli asteroidi più pericolosi, con un’alta probabilità colpire la Terra.
Ma ora i nuovi calcoli e i nuovi studi eseguiti dalla NASA, hanno mostrato che un possibile impatto di questo asteroide con la Terra è decisamente improbabile. Almeno per i prossimi 100 anni non sono infatti previsti rischi di questo genere per il nostro Pianeta.
Apophis: l’asteroide che mette paura
Apophis, scoperto per la prima volta il 19 giugno 2004 dagli astronomi del Kitt Peak National Observatory in Arizona aveva un diametro inizialmente stimato di 450 metri. Ma le stime successive hanno ridotto le sue dimensioni attorno ai 370 metri.
Apophis è stato classificato come un asteroide di classe Aten, il che significa che la sua orbita si incrocia con l’orbita della Terra attorno al Sole, ma trascorre la maggior parte del suo tempo al suo interno. Essendo un asteroide di classe Aten, l’orbita incrocia dunque quella della Terra.
A causa della vicinanza, delle dimensioni e della velocità, molti astronomi temevano che l’asteroide avrebbe finito col collidere con la nostra amata Terra. Ma dai nuovi calcoli effettuati durante il suo ultimo sorvolo ravvicinato, è emerso che Apophis è destinato ad essere riclassificato come asteroide di classe Apollo, dato che la sua orbita sta diventando più ampia.
Inizialmente la paura di un probabile impatto con questo asteroide è stata davvero tanta. Apophis è stato infatti il primo asteroide a raggiungere per ben due anni un punteggio di quattro sulla scala Torino, che classifica e misura la pericolosità di un eventuale impatto previsto contro il nostro pianeta, combinando la probabilità statistica e il potenziale danno derivato dall’energia cinetica sprigionata dall’impatto stesso. La Scala Torino usa valori da 0 a 10.
Ma incrocerà davvero la nostra strada?
Ma in realtà anche dall’inizio, il rischio d’impatto non è mai stato così elevato ed era molto più probabile che non ci sarebbe stato nessun impatto. Ma la possibilità che l’asteroide entrasse in collisione con la Terra non era comunque da escludere del tutto, a causa del buco della serratura gravitazionale.
Un buco della serratura gravitazionale (keyhole) è una regione minuscola di spazio dove la gravità di una pianeta modificherebbe l’orbita di un asteroide in teoria abbastanza da metterlo sulla rotta di un impatto con il pianeta stesso.
Inizialmente si pensava che, l’orbita di Apophis dopo il 2029 potesse trovarsi a passare precisamente in questa determinata e ridottissima regione di spazio durante il passaggio ravvicinato del 2029, un keyhole largo non più di 600 metri. Se così fosse, la sua orbita potrebbe essere alterata, facendolo finire in rotta di collisione con la Terra nel 2036. Ma ulteriori calcoli hanno mostrato che è improbabile che ciò accada.
Che cosa succederebbe se Apophis dovesse davvero colpirci?
Ma se Apophis dovesse davvero colpire la Terra, che cosa accadrà al nostro Pianeta? Gli esperti non ne sono ancora del tutto certi, poiché molto dipenderebbe dalla composizione dell’asteroide. Ma sicuramente si tratterebbe di un evento catastrofico.
Quando era ancora elencato nella Sentry Risk Table della NASA, l’agenzia spaziale statunitense stimava che Apophis avrebbe avuto un impatto sulla Terra con la forza equivalente di 1.200 megatoni di TNT. Molto meno dunque dell’asteroide che provocò l’estinzione dei dinosauri ma più di mille volte maggiore di quello che colpi Chelyabinsk nel 2013.
Si stima che un asteroide delle dimensioni di Apophis colpisca il pianeta ogni 800.000 anni circa. In effetti, secondo uno studio della Curtin University, un asteroide che si stima avesse una dimensione di circa un chilometro ha colpito il sud-est asiatico circa 800.000 anni fa.
Quando Apophis passerà vicino alla Terra nel 2029 avremo comunque occasione di conoscerlo meglio, dato che si troverà molto più vicino a noi di molti satelliti geosincroni, ed è infatti la distanza minima a cui un asteroide di queste dimensioni sia mai passato. Sarà così vicino che chiunque nell’emisfero orientale potrà vederlo ad occhio nudo.
Il difficile compito di difendere la Terra dagli asteroidi
Il Planetary Defense Coordination Office (PDCO) della NASA, sta attualmente lavorano per monitorare tutti gli asteroidi vicini e calcolare la loro traiettoria per vedere se qualcuno di loro rappresenta una minaccia per la Terra. Inoltre la NASA e altre organizzazioni osservano il cielo alla ricerca di eventuali asteroidi che si avvicinano al pianeta, anche attraverso l’uso di speciali telescopi “cacciatori di asteroidi”.
Al momento la NASA e l’Applied Physics Lab della John Hopkins University sono al lavoro per sperimentare un modo per difendere la Terra da eventuali impatti. Si tratta della missione Double Asteroid Redirection Test (DART), che dovrebbe essere lanciata il mese prossimo. La missione prevede che una navicella spaziale sia scagliata contro un asteroide per deviarlo dalla sua traiettoria d’impatto.