In molti lo davano ormai come un evento archiviato, eppure la battaglia tra Samsung e Apple non continua solo nel mercato degli Samrtphone, ma anche in tribunale.
Dove eravamo rimasti con il processo Samsung vs Apple
Le vicende legali sono sempre molto complesse da raccontare, soprattutto quelle riferite al diritto americano, quindi cerchiamo di semplificare.
Nel 2012 Apple fa causa a Samsung per aver copiato il design di iPhone, nella fattespecie la disposizione a griglia delle app, i bordi arrotondati e gli angoli smussati. Apple ha avuto ragione in più gradi di giudizio fino alla corte suprema, che ha condannato l’azienda coreana a risarcire Apple per 399 milioni di dollari, senza però emettere la sentenza definitiva.
Il problema fondamentale risiede nel determinare come si calcoli il danno, e dove questo risieda. Se Samsung avesse copiato un qualsiasi chip o circuito infatti, i danni sarebbero stati da calcolare sul prodotto. Essendo però che la parte copiata, in questo caso, potrebbe essere estetica e non funzionale, il risarcimento andrebbe calcolato diversamente.
Cosa succede adesso
In pratica Apple vuole un risarcimento calcolato sul profitto, perché, dal loro punto di vista, il touch and feel è una cosa funzionale ed esclusiva al prodotto. Ma se così fosse, Apple potrebbe anche fare causa ad una saponetta.
Dall’altra parte Samsung sostiene che il proprio telefono non ha copiato nulla, ma ha solo adottato delle soluzioni estetiche naturali.
Considerato che né a corte d’appello, né la corte suprema sono riuscite a prendere una decisione, il prosieguo del giudizio è tornato in California, nelle mani della corte federale, che avendo un minimo di elasticità in più rispetto alle precedenti, dovrebbe riuscire a preparare un processo più tecnico e consapevole. Con questa scelta però i tempi si allungheranno ulteriormente, e la battagli sembra tutt’altro che terminata. Adesso però Apple gioca in casa, e questo è un dettaglio che avrà indubbiamente un peso importante. Forse che ci sia lo zampino di Donald Trump?