Hubble, il telescopio spaziale gestito in collaborazione da NASA ed ESA, potrebbe aver confermato la presenza di un buco nero di massa intermedia. La scoperta viene dalle immagini ad alta risoluzione del telescopio che confermano la presenza di questo buco nero con massa di 50.000 volte quella del Sole, all’interno di un denso ammasso stellare. Il buco nero era stato osservato dall’osservatorio Chandra e Xmm-Newton ed ora le immagini di Hubble lo confermano.
Gli elusivi buchi neri di massa intermedia
Fino ad ora sono stati ampiamente osservati buchi neri di massa stellare, i più piccoli, e quelli supermassicci, gli enormi giganti neri al centro delle galassie. Ma da tempo si ipotizza che esista una categoria intermedia, a cui appartengono i buchi neri di massa intermedia (IMBH). Il tanto a lungo cercato “anello mancante” nell’evoluzione di un buco nero.
Questo tipo di buco nero è particolarmente difficile da individuare. Non solo sono più piccoli e meno attivi dei fratelli supermassicci, ma non hanno fonti di combustibile disponibili, né una forza gravitazionale abbastanza forte da poter attrarre costantemente materiale cosmico, così da produrre il bagliore che ci permetterebbe di individuarne uno. L’ardua impresa degli astronomi è quindi quella di riuscire a catturarne uno nel raro momento in cui si nutre di una stella.
Coin Hubble confermata la presenza del buco nero identificato da Chandra e dalla missione Xmm-Newton
Come afferma Dacheng Lin dell’Università del New Hampshire, autore principale dello studio, “si tratta di oggetti molto sfuggenti ed è fondamentale considerare attentamente, ed eventualmente escludere, spiegazioni alternative per ogni possibile candidato. Questo è ciò che Hubble ci ha permesso di fare con l’oggetto che avevamo scelto come nostro candidato”. Lin e la sua squadra hanno quindi utilizzato Hubble per confermare il candidato prescelto per essere un buco nero di massa intermedia, identificato delle osservazioni ai raggi X effettuate da Chandra della NASA e dalla missione Xmm-Newton dell’ESA.
L’occhio di Hubble è stato dunque puntato in direzione delle sorgenti a raggi X rilevate dagli altri strumenti. Le immagini ad alta risoluzione ottenute dal telescopio spaziale hanno confermato che si trattava di un oggetto posto in un ammasso stellare ai confini di un’altra galassia. Questo, secondo gli astronomi, è proprio il posto ideale in cui potrebbe esistere un buco nero di massa intermedia.
La conferma dell’esistenza di un buco nero di massa intermedia fa sperare gli astronomi che ne esistano molti altri, nascosti nello spazio sconfinato. Per questo Lin intende proseguire con questo tipo di analisi, alla ricerca di quei buchi neri sfuggenti che potrebbero illuminare il percorso che ci condurrà alla comprensione della nascita dei buchi neri supermassicci e dell’evoluzione di questi affascinanti corpi celesti.
Immagine: ESA/Space Hubble Telescope