La Cina spinge sull’energia pulita nel settore auto, obbligando le aziende a produrre una percentuale di auto elettriche entro il 2020. Una nazione in cui la qualità dell’aria nelle città è perennemente al di sotto degli standard di qualità minimi un provvedimento del genere non mostra solo attenzione verso l’ambiente, ma è necessario al fine di prevenire gravi danni alla salute dei cittadini.
Con Beijing e Shangai tra le città più inquinate, la Cina cerca di limitare i danni applicando una politica aggressiva nei confronti dei produttori di auto. Entro il 2019 ogni azienda che produce o importa più di 30.000 auto dovrà avere il 10% di auto elettrica. Una quota che salirà al 12% entro il 2020.
Le aziende che non si adegueranno dovranno comprare la quota di auto elettriche indicata o pagare una multa. La Cina quindi si aggiunge a nazioni come la Francia e l’Inghilterra, che pianificano di bandire completamente la produzione di auto a combustibile fossile entro il 2040.
Inizialmente il piano della Cina era molto più aggressivo in termini temporali, ritenuto da Bloomberg “fin troppo ambizioso“. Il compromesso raggiunto dà ai produttori di auto il giusto margine temporale per prendere i giusti provvedimenti, auspicabilmente verso una produzione maggiorata di auto elettriche al posto di quelle a combustibile.
La Honda è stata una delle prime compagnie a dichiarare di voler rispettare la quota. Per dimostrare le sue “buone intenzioni” inizierà già dall’anno prossimo a commercializzare auto elettriche. La Cina è il mercato automotive più importante al mondo in questa congiuntura storica, pertanto non deve sorprendere se le aziende straniere, come appunto la Honda, sono veloci a seguire i diktat della Repubblica Popolare Cinese.