Non solo l’ambiente in superficie: l’attività umana ha modificato anche le profondità della Terra. Un nuovo studio pubblicato su Nature Geoscience rivela che il prosciugamento del Mar d’Aral, uno dei più grandi laghi del mondo, ha causato una deformazione del mantello superiore terrestre.
Il Mar d’Aral: da mare a deserto salato
Negli anni ’60, l’Unione Sovietica deviò i fiumi che alimentavano il Mar d’Aral per favorire la produzione di cotone nell’Asia Centrale.
Questo intervento:
- Fece perdere al lago oltre il 93% del suo volume originale.
- Trasformò una vasta distesa d’acqua in un deserto arido e salato.
Il cambiamento ambientale è stato uno dei peggiori disastri ecologici del XX secolo.
Una Terra che rimbalza
Con l’acqua scomparsa, la Terra si sta sollevando:
- Il suolo si alza a una velocità di fino a 7 millimetri all’anno.
- L’effetto si estende fino a 500 chilometri oltre l’antico bacino del lago.
Il fenomeno è dovuto al rilassamento viscoelastico del mantello terrestre, spiegano i ricercatori: è come un materasso memory foam che torna alla forma originaria dopo essere stato compresso.
L’astenosfera in movimento
Gli scienziati hanno osservato che:
- La litosfera, una volta appesantita dall’enorme massa d’acqua, era leggermente affondata nell’astenosfera sottostante.
- Ora, senza il peso del lago, il terreno e il mantello si stanno rialzando.
- Il processo interessa rocce a circa 150 chilometri di profondità e potrebbe continuare per decenni.
Il ritmo e la dinamica del sollevamento hanno sorpreso gli studiosi.
Un monito geologico
Come sottolinea Simon Lamb della Victoria University of Wellington, “l’umanità ha involontariamente manomesso la tettonica a placche solo per incrementare la produzione di cotone”.
Il prosciugamento del Mar d’Aral non è solo una catastrofe ambientale, ma anche una lezione geologica: ci mostra quanto profondamente possiamo influenzare il nostro pianeta, spesso senza rendercene conto.