I ricercatori dell’Università di Santa Barbara, in California, hanno messo a punto un metodo per conoscere – sbirciandolo – l’interno di una stanza chiusa a chiave. Per poi realizzare in 3D quanto si trova al suo interno. Ci dimostra l’impresa un video, condiviso su YouTube, che spiega perfettamente il funzionamento di questo sistema.
Affinchè ciò sia fattibile, è necessario disporre di due droni, uno dotato di Google Tango e un trasmettitore Wi-Fi, e un altro con Raspberry Pi e ricevitore wireless. Uno provvederà a inviare i segnali che attraversano gli oggetti in WiFi, mentre il secondo riceverà tale segnale. A seconda dell’intensità delle onde ricevute, quest’ultimo sarà in grado di generare un modello 3D.
Per il momento, la creazione dei modelli non è ancora molto precisa. V’è, infatti, tra il 3 e il 4% di errore nelle misurazioni, ma occorre considerare che si tratta di una nuova tecnologia che ancora va studiata e corretta.
Il drone – o la coppia di droni – senza equipaggio coopererà con il compagno, eseguendo dei movimenti predefiniti e la scansione della struttura. Il tutto raccontato attraverso il video di YouTube. Il futuro di questo sistema è quello di usarlo e applicarlo per il monitoraggio strutturale o per le eventuali scoperte archeologiche. Lo svantaggio è che, per funzionare, deve necessariamente avere a disposizione un buon segnale Wi-fi, poiché senza questa condizione, le onde possono non raggiungere il ricevitore.
Una domanda, però, c’è da porsela: la privacy, quella verrà messa a rischio? E’ vero che si parla di oggetti ma desta non pochi sospetti o timori il fatto che un drone – e quindi una fotocamera – possa sorvegliarci attraverso i muri.