Lo abbiamo sotto gli occhi tutti quanti, il numero di contagi da coronavirus in Italia e in Europa sono tornati alti da qualche mese. In alcuni paesi la situazione è preoccupante, come in Francia e Spagna, ma la realtà dei fatti è che nessuno può dichiararsi ancora fuori pericolo. Anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato come i tassi di trasmissione siano allarmanti.
Le parole rilasciate dal direttore regionale dell’OMS, Hans Kluge, durante una conferenza stampa: “Sebbene questi numeri riflettano test più completi, mostrano anche tassi di trasmissione allarmanti in tutta la regione.”
Ovviamente quasi tutti i governi si stanno impegnando per cercare di ridurre i contagi, ma nessuno vuole tornare a una quarantena generale, una chiusura delle attività. Quello che non si vuole fare è infliggere un colpo pesante all’economica, ma alcune mosse stanno diventando necessarie.
Coronavirus: la seconda ondata in Europa
Come detto, la Francia è uno dei paesi che più sta registrando aumenti giornalieri di nuovi casi tanto che pochi giorni fa è stato registrato il record assoluto rispetto all’inizio della pandemia, oltre 10.000. In risposta a questo scenario, le autorità hanno annunciato misure speciali per Lione e Nizza, misure che seguono quelle aggiuntive per Bordeaux e Marsiglia.
In Inghilterra, sebbene i numeri giornalieri siano sensibilmente più bassi, il governo è pronto a imporre un lockdown mirato per la regione del nord-est, soprattutto per i grossi centri come Newcastle e Sunderland. Il paese si trova, in realtà, in una situazione complicata. Mentre tutti gli altri stanno aumentando il numero di tamponi effettuati, in Inghilterra stanno facendo fatica a procurarseli.
Anche in Spagna si stava ipotizzando una nuova quarantena mirata per la regione di Madrid, ma è stata ritirata in seguito alle proteste. L’Austria ha invece vietato la nascità di riunioni private con più di 10 persone e altri governi stanno facendo il possibile.