La malattia di Parkinson, una delle patologie neurodegenerative più diffuse al mondo, colpisce milioni di persone e comporta un progressivo deterioramento delle funzioni motorie. Negli ultimi anni, le terapie con cellule staminali si sono dimostrate promettenti nel rigenerare le cellule cerebrali danneggiate. Ma ora, una nuova scoperta aggiunge un tassello sorprendente: l’attività fisica può potenziare sensibilmente gli effetti benefici di questi trattamenti.
Le cellule staminali sono cellule “bambine”, capaci di trasformarsi in diversi tipi di cellule specializzate, tra cui i neuroni dopaminergici, quelli più colpiti dal Parkinson. Iniettate nel cervello, queste cellule possono rimpiazzare quelle danneggiate e ripristinare parzialmente le funzioni motorie. Tuttavia, il successo dell’integrazione e della sopravvivenza delle cellule trapiantate è ancora variabile.
Parkinson: l’attività fisica migliora l’efficacia della terapia con cellule staminali
Una ricerca recente, condotta su modelli animali e pubblicata su riviste scientifiche di rilievo, ha dimostrato che l’attività fisica regolare migliora l’ambiente cerebrale, rendendolo più favorevole all’integrazione delle cellule staminali. Il movimento stimola la produzione di fattori neurotrofici — molecole che proteggono e nutrono i neuroni — creando un contesto biologico ottimale per il successo della terapia.
I dati mostrano che l’esercizio fisico non solo migliora la funzione motoria nei pazienti, ma amplifica l’effetto terapeutico delle cellule staminali. I topi da laboratorio che hanno seguito un regime di attività fisica dopo il trapianto hanno mostrato un recupero motorio significativamente maggiore rispetto a quelli sedentari.
Secondo i ricercatori, questa sinergia tra movimento e biotecnologia potrebbe essere la chiave per trasformare la terapia con cellule staminali da sperimentale a clinicamente efficace su larga scala. Il corpo, quando stimolato dall’esercizio, diventa un alleato attivo della medicina rigenerativa, non solo un recettore passivo di trattamenti.
Il corpo umano stesso diventa il miglior alleato della scienza
Questa scoperta potrebbe portare a una revisione dei protocolli terapeutici: l’esercizio fisico mirato, associato al trapianto di cellule staminali, potrebbe diventare parte integrante delle cure raccomandate per il Parkinson. I centri clinici iniziano già a progettare studi sull’uomo per testare questa combinazione in modo sistematico.
La terapia combinata offre anche un’opportunità in termini di medicina personalizzata. Ogni paziente potrebbe seguire un programma fisico calibrato sul proprio stato di salute e integrato con le tempistiche del trattamento staminale, rendendo la terapia più naturale, meno invasiva e con minori effetti collaterali.
Queste evidenze aprono una nuova prospettiva: la riabilitazione neurologica del futuro sarà probabilmente un mix di biotecnologie avanzate e pratiche antiche come il movimento. Un ritorno alle origini, in cui il corpo umano stesso diventa il miglior alleato della scienza nella battaglia contro le malattie degenerative.
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