I sintomi principali del coronavirus e del COVID-19 sono già noti, ma ce ne sono altri che vengono scoperti pian piano. Tra questi ci sono i coaguli di sangue i quali si possono presentare un po’ ovunque nel corpo di una persona contagiata. Alcuni nuovi studi stanno sottolineando che quest’ultimi hanno un effetto considerevole sulla funzione cardiaca.
Quasi la metà dei pazienti infetti a cui viene fatto un esame cardiaco mostra problemi del genere. Il problema è la coagulazione eccessiva del sangue che mette a dura prova il sistema circolatorio, oltre che in grado di danneggiare molti altri organi.
Secondo uno studio pubblicato sull’European Heart Journal, il 55% dei pazienti corre questo rischio ovvero avere un cuore che funziona in modo anomalo. In aggiunta, un paziente su sette presenta gravi anomalie che vanno a influire sul recupero successivo. A preoccupare c’è il fatto che la maggior parte dei pazienti esaminati non avevano in precedenza segni di anomalie cardiache.
Coronavirus e l’insolita coagulazione
Questa eccessiva coagulazione sta venendo riportata sempre da più studi. Si tratta di un sintomo grave che può portare a collassi multi organo visto che può provocare ictus, insufficienza cardiaca, embolie polmonari e tanti altri problemi. Un uomo, per esempio, ha avuto un coagulo che gli ha fatto avere un’erezione lunga diverse ore.
Le parole dei ricercatori: “È noto che il danno al cuore si verifica in una grave influenza, ma siamo rimasti sorpresi nel vedere così tanti pazienti con danni al cuore con COVID-19 e così tanti pazienti con grave disfunzione. Ora abbiamo bisogno di capire l’esatto meccanismo di questo danno, se è reversibile e quali sono le conseguenze a lungo termine dell’infezione da COVID-19 sul cuore.”