Un nuovo studio ha scoperto qualcosa che sembra opposto a quello che sarebbe dovuto succedere, ma la realtà più complessa. Secondo il National Center for Atmospheric Research, i blocchi che hanno causato la ridotta attività sociale hanno portato a un leggero riscaldamento del pianeta per alcuni mesi.
Il motivo legato a questo aumento è causato dalle particelle che di solito sono sospese nell’aria, il cosiddetto aerosol. Queste particelle hanno una funzione particolare ovvero bloccano la luce solare che entra nell’atmosfera andando di fatto a impedire un aumento della temperatura.
Nella primavera, quasi tutti i lockdown sono stati più restrittivi, le particelle nell’aria sono diminuite. Tale diminuzione ha portato quindi a una minore schermatura, soprattutto in alcuni paesi. Il risultato è che la temperatura sulla superfice terrestre è aumenta di un massimo di 0,3 gradi Celsius.
Le parole di Andre Gettelman, autore principale dello studio in questione: “C’è stato un forte calo delle emissioni dalle industrie più inquinanti e questo ha avuto effetti immediati a breve termine sulle temperature. L’inquinamento raffredda il pianeta, quindi ha senso che le riduzioni dell’inquinamento riscaldino il pianeta.”
Come detto, sembra l’opposto di quello che sarebbe dovuto succedere. In realtà, ci sono diversi tipi di inquinanti che vanno a interferire in modo diverso sull’ambiente. In questo caso le particelle di aerosol sono utili mentre quando si parla dell’anidride carbonica, una sua diminuzione ha l’effetto contrario. La CO2 intrappola il calore in uscita, non in entrata. Detto questo, le particelle di aerosol non sono comunque positive per la salute umana, quindi la loro presenza non è certo qualcosa che andrebbe festeggiato.
Ph. credit: Euronews
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