Dall’inizio della sua carriera politica, Boris Johnson non è mai stato molto propenso a prendere una posizione netta su questione come l’obesità e, in generale, le abitudini alimentari dei cittadini britannici; nel 2006 infatti difese le madri che protestavano per avere pasti più sani nelle mense scolastiche, dichiarando durante una conferenza del Partito conservatore di “lasciare che le persone mangino ciò che gli piace”. Ma quando si è trovato faccia a faccia con Covid-19, Johnson sembra aver abbandonato questo genere di posizioni “libertarie”.
“È stato un campanello d’allarme per me e voglio che sia un campanello d’allarme per l’intero paese“, ha dichiarato il Primo ministro pochi giorni fa. “La questione è semplice: il peso extra esercita una pressione extra sui nostri organi e rende più difficile il trattamento di malattie cardiache, cancro e persino del coronavirus, come abbiamo scoperto da poco“. Il governo ha lanciato un nuovo piano per combattere l’obesità, che presumibilmente aiuterà il Regno Unito a superare una eventuale seconda ondata. Ma tutto questo basterà? Sappiamo che l’obesità è un fattore di rischio per Covid-19: un documento del governo, pubblicato nel fine settimana, mostrava evidenze scientifiche secondo cui le persone affette da Covid-19 in sovrappeso o obese presentano un rischio molto più alto di sviluppare complicanze e quindi di morire.
I pazienti Covid in sovrappeso o obesi sono molto più a rischio rispetto a quelli con indice di massa corporea nei limiti
Questi fattori non sono quindi di poco conto: sappiamo che Covid-19 è più pericoloso per le persone anziane, ad esempio, proprio come sappiamo che con l’età tendiamo ad ingrassare. L’obesità porta anche ad altre patologie, come diabete, malattie cardiache e ipertensione, che rendono la condizione generale del paziente ancora più delicata. “Quindi, insieme all’età e oltre le malattie pregresse, tutti questi fattori si combinano in senso nefasto per quanto riguarda la prognosi del paziente Covid“, dice Paul Aveyard, professore di medicina comportamentale dell’Università di Oxford.
La situazione preoccupa anche perchè l’obesità è estremamente comune nel Regno Unito: si stima che colpisca circa un adulto su quattro e circa un bambino su cinque di età compresa tra i 10 e gli 11 anni. “Quando si valuta l’impatto di un fattore di rischio sulla salute della popolazione, è importante notare che un piccolo aumento di un fattore di rischio molto comune è significativamente più importante per la salute della popolazione complessiva rispetto ad un grande aumento del rischio di un fattore di rischio raro“, afferma Tolullah Oni, medico dell’Università di Cambridge. “In questo contesto, il fatto che il numero di persone colpite dall’obesità sia così elevato è molto preoccupante“.