Secondo un nuovo studio riguardo i possibili trattamenti del Covid-19, il vaccino mRNA Pfizer è in grado di proteggere chi già ha avuto l’infezione dalle numerose e pericolose varianti del virus. Il primo studio di alcuni ricercatori britannici ha analizzato le risposte immunitarie dopo solo una singola dose in 51 persone. I sopravvissuti hanno mostrato risposte anticorporali migliorate contro le varianti più recenti e più infettive.
Al contrario le persone che non erano state precedentemente infettate non hanno prodotto anticorpi in grado di neutralizzare le varianti. Il secondo studio, stavolta statunitense, ha analizzato 30 persone dopo aver ricevuto due dosi di vaccino. Le risposte immunitarie sono migliori nel neutralizzare il Covid-19 nelle dieci persone sopravvissute all’infezione rispetto ai 20 che non erano stati infettati.
Covid-19, il vaccino protegge i sopravvissuti dalle varianti
Il discorso migliora notevolmente quando parliamo delle varianti del Covid-19. Ad esempio la variante africana che è la migliore nell’eludere gli anticorpi neutralizzati, è stata circa sei volte bloccata nel modo migliore. Questi risultati spingono sempre più la popolazione a farsi il vaccino anche se si ha già avuto il virus. Secondo sempre ulteriori studi si è scoperto che la proteina spike Covid-19 danneggia i vasi sanguigni.
Ebbene si la proteina spike che il virus utilizza per penetrare nelle cellule infligge ulteriori danni al nostro organismo già provato dall’infezione; causano danni diretti ai vasi sanguigni. Dopo essersi attaccato alla proteina ACE2 su cellule sane, il picco interrompe la segnalazione da ACE2 ai mitocondri, le strutture che generano energia della cellula, causando il danneggiamento dei mitocondri stessi.
Le nuove scoperte potrebbero aiutare a spiegare i coaguli di sangue associati a Covid-19. Potrebbero anche spiegare perché alcune persone hanno ictus e perché alcune persone hanno problemi in altre parti del corpo. La cosa che hanno in comune sono delle basi vascolari. Gli screening per il cancro sono crollati durante la pandemia. Un ulteriore studio ha suggerito che quasi 10 milioni di screening dei tre maggiori tumori più comuni si sono persi durante la pandemia.
Un calo del 90,8% nello screening del cancro al seno, un calo del 79,3% nello screening del cancro del colon-retto e un calo del 63,4% nello screening del cancro alla prostata solo nel mese di aprile 2020. Le visite di telemedicina sembravano essere associate al rimettere in sesto gli screening per il cancro. I team sanitari che potevano raggiungere i pazienti attraverso la telemedicina sono stati in grado di elaborare un piano per lo screening efficiente. Ciò sottolinea l’importanza della telemedicina e la necessità di continuarla ad utilizzare anche dopo la fine della pandemia.
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