Covid-19: vitamina D e altri composti riducono il rischio di malattia nelle donne

Date:

Share post:

Probiotici, Omega3, integratori multivitaminici e vitamina D sono tutti associati ad un rischio minore d’infezione Covid-19 nelle donne, rispetto agli uomini. Mentre vitamina C, aglio e zinco non mostrano nessun beneficio su entrambi, secondo uno studio che ha analizzato gli ultimi dati dell’app Covid-19 per lo studio sui sintomi. Uno studio davvero grande sul Covid-19 e l’assunzione di integratori alimentari fino ad oggi, attingendo ai dati di oltre 400.000 utenti di app dal Regno Unito, dagli Stati Uniti e dalla Svezia.

Il team di scienziati di Londra avevano a disposizione un campione molto grande che esamina la correlazione tra Covid-19 e integratori, scoprendo che esiste una modesta riduzione di contrarre l’infezione. Ciò non porta ad una raccomandazione sicura, ma comunque getta le basi su un nuovo randomizzato più ampio.

 

Covid-19, un minor rischio d’infezione nelle donne grazie alla vitamina D e altri composti

Il dottor Menni ha aggiustato i risultati per la dieta, che naturalmente potrebbe influenzare il risultato. Tuttavia, sembra che l’effetto dei multivitaminici, della vitamina D e degli omega-3 sia completamente indipendente dalla dieta. L’associazione con i probiotici dopo l’aggiustamento rimane, ma l’effetto è minore. La riduzione del rischio è rimasta nelle donne di tutte le età e dei gruppi dell’indice di massa corporea per probiotici, acidi grassi omega-3, multivitaminici e vitamina D. Lo studio ha rilevato che le donne hanno una protezione più elevata. Tuttavia sono le donne che acquistano gli integratori per tutta la famiglia e ne consumano reolarmente.

I record di vendita mostrano un’impennata nell’assunzione di integratori vitaminici di vitamina C in aumento del 110% e quelle dei multivitaminici del 93% nel periodo che precede il primo blocco, a marzo 2020. Dato un tale aumento nell’uso di integratori, i ricercatori volevano scoprire se queste vendite elevate fossero giustificate dal loro effetto sui test positivi per l’infezione da Covid-19.

La scoperta sulla vitamina C non mostra alcun effetto sui tassi di infezione e potrebbe essere correlata a modelli comportamentali di consumo. Forse, le persone iniziano a prendere la vitamina C quando sono già malate piuttosto che regolarmente, tutti i giorni. Il modello di assunzione di vitamina C è diverso da quello di prendere vitamina D o multivitaminici.

Foto di Pavel Danilyuk from Pexels

Annalisa Tellini
Annalisa Tellini
Musicista affermata e appassionata di scrittura Annalisa nasce a Colleferro. Tuttofare non si tira indietro dalle sfide e si cimenta in qualsiasi cosa. Corista, wedding planner, scrittrice e disegnatrice sono solo alcune delle attività. Dopo un inizio su una rivista online di gossip Annalisa diventa anche giornalista e intraprende la carriera affidandosi alla testata FocusTech per cui attualmente scrive

Related articles

Malattia di Huntington: scoperto l’enzima chiave dietro la “danza di San Vito

Recenti scoperte scientifiche hanno portato nuove speranze per chi soffre della malattia di Huntington, nota anche come “danza...

Amazon inaugura il negozio di Natale: ecco le offerte migliori

Su Amazon le feste di Natale arrivano prima! Il noto e-commerce ha appena inaugurato il "Negozio di Natale"....

Cinema e Cervello: come i film attivano le nostre emozioni

Il cinema è una forma d'arte che cattura l'attenzione dello spettatore attraverso storie, immagini e suoni, ma c'è...

WhatsApp introduce gli avvisi per gli aggiornamenti di stato

WhatsApp continua a portare in campo funzioni riguardanti gli aggiornamenti di stato. Scovate nell'ultima beta dell'app per dispositivi...