Dopo 150 anni e una crisi climatica come quella che stiamo vivendo, ricercatori, biologi e climatologi, hanno deciso di prendere in considerazione le parole del biologo vittoriano Charles Darwin. Egli affermò infatti, nel quarto capitolo del suo famoso libro Sull’origine delle specie, che una miscela di specie piantate insieme spesso cresce più forte delle specie piantate individualmente. Ora sembra che politici e proprietari terrieri abbiano preso in considerazione questa idea di Darwin cercando di applicarla alla riforestazione.
Ricercatori e politici si concentrano sulle parole di Darwin
L’importanza di ripristinare gli ecosistemi boschivi e forestali non riguarda solo la conservazione di questi ecosistemi e delle specie animali e vegetali che ospitano, ma è di fondamentale importanza anche per la futura sopravvivenza dell’essere umano sulla Terra. Niente infatti può competere con le foreste per l’assorbimento dell’anidride carbonica atmosferica e il suo stoccaggio.
L’importanza e l’urgenza di riforestare ampie zone del nostro Pianeta, ha spinto i ricercatori a riconsiderare l’idea di Darwin di coltivare molte piante diverse insieme per aumentare la resa complessiva.
Ricercatori e politici provenienti da Australia, Canada, Germania, Italia, Nigeria, Pakistan, Svezia, Svizzera, Regno Unito e Stati Uniti si sono dunque recentemente riuniti per discutere se l’idea di Darwin possa essere di ispirazione per elaborare un modo per ripiantare foreste che possano assorbire ed immagazzinare il carbonio in eccesso in modo sicuro.
Far nascere una foresta non è affatto semplice
Ma se da un lato la piantumazione delle foreste è un potente strumento per mitigare la crisi climatica, dall’altro può rappresentare un rischio per l’ambiente. Le foreste sono infatti degli ecosistemi complessi, costituiti da milioni di parti diverse in un equilibrio perfetto. Per questo, se non eseguita correttamente, la piantumazione di alberi può alterare questo equilibrio, causando diversi danni ecologici.
Questo accade soprattutto quando si piantano alberi di una sola specie o comunque con una bassa diversità. Per questo i ricercatori hanno iniziato a seguire l’idea di Darwin per cui le foreste migliori e più sane sono quelle con la più grande varietà di alberi e con piante di età diverse.
Secondo i modelli foreste in accordo con il pensiero di Darwin, potrebbero crescere da due a quattro volte più forti massimizzando la cattura del carbonio e allo stesso tempo massimizzando la resilienza alle epidemie, ai rapidi cambiamenti climatici e alle condizioni meteorologiche estreme.
Eppure, come affermano i ricercatori, il pensiero di Darwin è ancora così al di fuori del pensiero tradizionale sulla silvicoltura che si è investito davvero molto poco per la ricerca su un rapido utilizzo di questa tecnica.
Seguendo Darwin non si pianta un bosco, servono progetti a lungo termine
Durante l’incontro tenutosi dai ricercatori su questo tema, è stato discusso il caso di uno studio sulla tenuta di Norbury Park nell’Inghilterra centrale, che descrive come, utilizzando l’effetto Darwin e altre misure sensibili al clima, la tenuta ora è in grado di catturare oltre 5.000 tonnellate di anidride carbonica all’anno.
I ricercatori hanno fatto presente come statistiche così impressionanti e positivi non siano casuali e non dipendano dalla semplice piantumazione di alberi sperando che sia un successo. Piuttosto risultati simili sono il risultato di progetti a lungo termine eseguiti con cura e senso ecologico.
Su questa base dunque, il governo del Regno Unito, come altre amministrazioni, ha stabilito i requisiti per la piantumazione responsabile di alberi su larga scala. Questi requisiti continuano ad essere rivisti e migliorati. Anche se può essere è impossibile piantare una foresta, si può di certo progettare una piantumazione che in futuro darà vita ad una foresta per le generazioni future.