I dibattiti riguardo lo studio degli embrioni in vitro è sempre acceso e risulta essere un argomento particolarmente delicato. Ad oggi, sebbene i moltissimi studi, gli scienziati sono riusciti a tenere in vita gli embrioni per un massimo di nove giorni. Ma nella giornata di ieri, è arrivata la straordinaria notizia da due gruppi di scienziati indipendenti della Rockefeller University di New York. Questi ricercatori, infatti, sono stati capaci di tenere in vita degli embrioni in vitro per un totale di 13 giorni.
Questa ricerca è stata capace di mettere in luce che le singole cellule staminali embrionali umane possono auto-organizzarsi in strutture simili alle fasi di sviluppo di embrioni subito dopo l’impianto.
I due gruppi di ricerca hanno utilizzato delle tecniche che erano già precedentemente sviluppate per il lavoro inerente gli embrioni di topo dalla dottoressa Magdalena Zernicka-Goetz dell’Università di Cambridge. I due gruppi di ricercatori della Rockefeller sono stati in grado di imitare il processo di impianto all’interno dell’utero attraverso una capsula di Petri, permettendo agli embrioni di continuare a crescere e di organizzare le loro cellule per quasi due settimane.
Gli scienziati raddoppiano l’aspettativa di vita per gli embrioni in vitro, suscitando preoccupazioni etiche
Per quanto riguarda lo studio degli embrioni coltivati in capsule di Petri vi è il limite dei 14 giorni massimi di sperimentazione; ovvero, gli scienziati devo smettere di condurre gli studi due settimane dopo l’inizio degli esperimento. La linea dei 14 giorni è stata riconosciuta a livello internazionale poiché rappresenta il periodo embrionale in cui si comincia a delineare la forma del corpo umano e la simmetria cellulare; prima di questo momento l’embrione più dividersi in multipli identici.
Ad oggi, non vi è stato nessun problema a rispettare questa deadline; anche perché il record di durata di vita degli embrioni era pari a 9 giorni e la maggior parte dei laboratori lotta per mantenere le cellule in vita già per più di una settimana.
Gli scienziati della Rockefeller university sembrano essere abbastanza contrariati dalla regola dei 14 giorni ed hanno così riferito:
La regola di 14 giorni non è mai stata destinata ad essere una linea luminosa che indica l’insorgenza di status morale di embrioni umani. Piuttosto, è uno strumento pubblico-politico volto a ritagliare uno spazio per la ricerca scientifica e allo stesso tempo mostrare rispetto per le diverse opinioni sulla ricerca umana-embrione
Al momento attuale il mondo scientifico biologico risulta essere diviso in due grandi gruppi- Da un lato vi sono molte scienziati scettici come ad esempio il direttore del centro di bioscienze della Stanford University, Henry Greely; il quale ha definito questa ricerca di dubbio valore scientifico. Dall’altro lato molti altri scienziati tra cui il professore di biologia della California University Peter Donovan, sostengono l’importanza dello studio e dell’abbattimento della deadline alle sperimentazione.
Secondo Donovan, questa tipologia di ricerche permetterebbe di scoprire qualcosa in più sulla sindrome alcolica fetale, studiare le possibili cause dell’autismo e scoprire il motivo per cui alcune sostanze chimiche ambientali possono influenzare lo sviluppo e molte altre patologie.
Secondo il professore di biologia, dunque eliminare questi famosi 14 giorni massimi di ricerca sugli embrioni in vitro potrebbe comportare grandi vantaggi per l’umanità ma come egli stesso ha affermato “la società deve comprendere appieno la scienza e giungere ad una decisione informata circa l’uso della tecnologia”
In ogni caso sarà interessante osservare nei prossimi mesi come si muoverà il dibattito scientifico alla luce di questi nuovi risultati scientifici.
E voi cosa ne pensate? siete contrari o favorevoli a questi tipi di esperimenti? fatecelo sapere attraverso i vostri commenti.