Plutone, da tempo declassato a pianeta nano, continua a stupire gli scienziati. A dieci anni dal sorvolo della sonda New Horizons, nuove osservazioni del telescopio spaziale James Webb (JWST) rivelano un dettaglio sorprendente: l’atmosfera di Plutone funziona in modo completamente diverso da quella degli altri corpi celesti del Sistema Solare.
A quanto pare, è la foschia – e non i gas – a governare l’equilibrio energetico del pianeta. Una scoperta che conferma una vecchia, audace teoria.
L’ipotesi visionaria di Xi Zhang
Nel 2017, l’astronomo Xi Zhang dell’Università della California a Santa Cruz propose un’idea all’epoca considerata “folle”: se le particelle di foschia contribuivano davvero a raffreddare l’atmosfera di Plutone, allora dovevano emettere radiazioni infrarosse rilevabili.
Una previsione ardita, ma precisa. Grazie alla sensibilità agli infrarossi del JWST, nel 2022 e 2023 gli scienziati guidati da Tanguy Bertrand dell’Osservatorio di Parigi hanno potuto testare l’ipotesi. E i dati hanno confermato quanto immaginato da Zhang.
Un’atmosfera senza paragoni
L’atmosfera di Plutone è composta da azoto, metano e monossido di carbonio. Ma ciò che la rende unica è che le particelle di foschia presenti agiscono come regolatori termici. Si riscaldano e raffreddano influenzando l’intera dinamica climatica, un comportamento mai osservato in altri pianeti.
A differenza di altri mondi dove i gas regolano la dispersione del calore, su Plutone è la foschia a controllare il bilancio energetico radiativo. È come se una “coperta invisibile” fatta di minuscole particelle definisse la temperatura del pianeta.
Plutone e Caronte: un legame dinamico
Anche la luna Caronte è finita sotto l’osservazione del telescopio Webb. Sebbene non abbia un’atmosfera significativa, Caronte è coinvolta in un singolare processo di scambio di materiali con Plutone. Le variazioni stagionali fanno migrare i ghiacci volatili da una parte all’altra della superficie di Plutone e, in alcuni casi, questi materiali finiscono su Caronte.
Questa redistribuzione attiva dei ghiacci è un fenomeno raro, se non unico, nel nostro Sistema Solare.
Cosa ci insegna la foschia di Plutone
Capire come funziona la foschia su Plutone non è solo una questione di curiosità cosmica. Secondo Zhang, studiare queste particelle potrebbe offrire nuove informazioni anche sull’atmosfera primordiale della Terra, che un tempo era simile a quella di Plutone, dominata da azoto e idrocarburi.
Inoltre, la scoperta apre nuovi interrogativi anche su altri mondi “nebbiosi” come Titano (luna di Saturno) e Tritone (luna di Nettuno), che potrebbero nascondere segreti atmosferici simili.
Un mondo ai confini, ma al centro della scienza
Plutone, lontano e dimenticato da molti, si sta rivelando un laboratorio naturale di fisica planetaria e chimica atmosferica. Le sue foschie, un tempo invisibili e incompresibili, oggi ci parlano dell’origine del clima terrestre, delle dinamiche interplanetarie e di ciò che può accadere in ambienti estremi.
Grazie al JWST, la scienza ha trasformato un’idea considerata azzardata in una nuova realtà da esplorare.