Come abbiamo potuto vedere nel corso delle settimane precedenti, la disputa sul diritto al riserbo della privacy, che ha visto impegnate le fazioni dell’FBI e di Apple nella continua e feroce lotta, si è finalmente conclusa in modo del tutto inaspettato, decretando l’indiscussa vittoria dell’Agenzia Federale che si appresta ora a comunicare il modo in cui è riuscita ad intervenire circa lo sblocco dell’iPhone 5C di San Bernardino.
FBI sblocca iPhone 5C, ma come?
l’FBI ha sbloccato finalmente l’iPhone 5C relegando Apple a ruolo secondario nella vicenda? Ma in che modo l’agenzia federale sia riuscita nell’unlock del dispositivo resta ancora un mistero e le uniche informazioni che si hanno girano tutte attorno ad alcune indiscrezioni non verificate e buttate lì per caso. Il National Journal riporta la notizia secondo cui l’FBI spiegherà tutte le procedure che hanno portato allo sblocco del telefonino in sede di Dipartimento di giustizia Americana. L’unico ad essere a conoscenza di tutti i passaggi che hanno condotto allo sblocco è la senatrice Dianne Feinstein che si è fatta carico di varare la proposta di legge per obbligare le aziende a rendere accessibili i dati crittografati presso le agenzie governative.
In queste settimane si è parlato di NAND Mirroring ad uso e consumo esclusivo della startup israeliana Cellebite che si è fatta carico della faccenda colabborando esternamente con l’agenzia, ma non possiamo confermarlo. Lo sapremo solo quando l’FBI confermerà in via ufficiale tutti i retroscena della vicenda pur non avendo alcun obbligo morale o legale verso Apple in tal senso. L’FBI lavora ancora sui dati dell’attentatore anche se ancora non vi sono prove ed indizi sufficienti per procedere all’incriminazione del soggetto e l’ente federale fa sapere che renderà pubbliche le informazioni non appena sarà possibile.
La vicenda sta assumendo connotati sempre più vasti e sta coinvolgendo anche aziende e società di grosso calibro come Google e Whatsapp che ha inoltrato le prime avvisaglie di conflitto attraverso l’introduzione della recente crittografia end-to-end. Lo stesso dicasi per Google che negli USA è stata costretta a procedere allo sblocco di numerosi suoi dispositivi a seguito delle statistiche sul traffico di droga in alcune zone locali ad alto potenziale di rischio.
Una faccenda che potrebbe estendere notevolmente la sua portata e che potrebbe portare all’apertura di nuovi scenari di conflitto che vedranno impegnati i governi federali statunitensi e le aziende sviluppatrici di software e sistemi operativi sempre più desiderosi di estendere il livello di sicurezza dei propri dispositivi a tutto vantaggio degli utenti finali.
Voi che cosa ne pensate di tutta questa vicenda? Pensate che aziende del calibro d Whatsapp e Google Corporation siano destinate ad intraprendere un cammino analogo ad Apple? Come andrà a finire secondo voi? Per queste ed altre domande non esitate ad aprire un thread attraverso il box dei commenti. Fateci sapere la vostra opinione in merito. Intanto non possiamo che attendere pazientemente la comunicazione ufficiale dell’Agenzia Governativa Federale in merito alla vicenda che si terrà in data non ancora precisata presso la platea dell’American Justice Department.