La funzione cerebrale è ancora influenzata dal Long Covid anni dopo l’infezione

Date:

Share post:

Il Long Covid è un fenomeno in cui alcune persone continuano a sperimentare sintomi e complicazioni della Covid-19 anche dopo aver superato l’infezione acuta. Sebbene il virus SARS-CoV-2 sia principalmente noto per i suoi effetti sul sistema respiratorio, sempre più evidenze suggeriscono che possa avere impatti significativi sul cervello. In particolare, sono stati segnalati casi in cui la funzione cerebrale di alcune persone è ancora influenzata in modo negativo, anche anni dopo l’infezione.

I dati sono stati raccolti per oltre 3.000 partecipanti attraverso 12 attività che hanno testato la memoria, l’attenzione, il ragionamento, la velocità di elaborazione e il controllo motorio. I partecipanti i cui punteggi dei test sono stati maggiormente colpiti da Covid-19 erano quelli che avevano manifestato sintomi correlati al virus per 12 settimane o più. In queste persone, l’effetto di Covid-19 sull’accuratezza del test era di dimensioni paragonabili all’effetto di un aumento dell’età di 10 anni.

 

Funzione cerebrale, il Long Covid può influenzarla anche anni dopo l’infezione

Il cervello è un organo estremamente complesso e suscettibile all’influenza di molteplici fattori, comprese le infezioni virali. Si è scoperto che il SARS-CoV-2 può attraversare la barriera emato-encefalica e infettare le cellule del cervello, innescando una risposta infiammatoria che può danneggiare i neuroni e interrompere i circuiti neurali. Ciò potrebbe spiegare perché alcune persone con Long Covid mostrano sintomi neurologici, tra cui nebbia mentale, confusione e difficoltà di concentrazione. I sintomi neurologici come mal di testa, vertigini, perdita dell’olfatto e del gusto possono persistere a lungo termine. Questi sintomi possono avere un impatto significativo sulla qualità della vita delle persone colpite, rendendo difficile svolgere attività quotidiane e lavorative.

La natura persistente dei sintomi suggerisce che il virus potrebbe aver causato danni permanenti o scatenato reazioni autoimmuni che colpiscono il sistema nervoso. Un aspetto preoccupante dell’influenza di Long Covid sulla funzione cerebrale è il suo potenziale impatto sulle funzioni cognitive. Alcuni pazienti riportano difficoltà con la memoria a breve termine, problemi di attenzione e rallentamento del pensiero. Questi sintomi possono variare in gravità da lievi a gravi, e sembra che siano più comuni nei pazienti con sintomi neurologici persistenti. Questo fenomeno merita ulteriori indagini per comprendere meglio i meccanismi coinvolti. La nebbia mentale e i problemi di concentrazione possono provocare ansia e depressione, aumentando il carico emotivo e rendendo difficile il recupero complessivo. Inoltre, l’esperienza di avere sintomi persistenti può portare a una sensazione di frustrazione e disperazione, poiché alcuni pazienti potrebbero sentirsi trascurati o incompresi dai professionisti sanitari.

Gli scienziati stanno lavorando per comprendere meglio i meccanismi patogenetici alla base dell’interazione tra il virus SARS-CoV-2 e il cervello. L’infiammazione, l’ipossia, l’attivazione del sistema immunitario e gli effetti vascolari sono solo alcune delle vie attraverso cui il virus potrebbe influenzare la funzione cerebrale. Comprendere questi processi è essenziale per sviluppare terapie mirate per aiutare i pazienti affetti da Long Covid. Attualmente, non esiste una cura specifica, ma i medici possono trattare i sintomi per migliorare la qualità della vita dei pazienti. Terapie di supporto, come la terapia cognitivo-comportamentale per affrontare l’ansia e la depressione, possono essere utili. Inoltre, gli studi stanno indagando su farmaci antinfiammatori e antivirali per ridurre l’infiammazione cerebrale e prevenire ulteriori danni.

L’influenza persistente del virus sul cervello è un aspetto preoccupante e richiede ulteriori indagini per comprendere appieno gli effetti a lungo termine. Affrontare i sintomi neurologici e cognitivi di Long Covid è essenziale per migliorare la qualità della vita dei pazienti colpiti. Inoltre, è fondamentale implementare strategie preventive per ridurre la diffusione del virus e prevenire l’insorgenza di Long Covid.

Foto di Gerd Altmann da Pixabay

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

Related articles

NMDA e la stabilizzazione dell’attività cerebrale: un pilastro della neurotrasmissione

Il recettore NMDA è un canale ionico attivato dal glutammato e dalla glicina o D-serina, che funzionano come...

Colesterolo fluttuante e rischio di demenza: un collegamento emergente

Tradizionalmente, il colesterolo è stato considerato un parametro statico, valutato in un momento specifico per determinare il rischio...

Amazon: una marea di prodotti hi-tech in super offerta

Il Black Friday si avvicina e Amazon ha deciso già di sfoderare l'artiglieria pesante. In queste ore, l'e-commerce...

Esaurimento mentale e comportamento aggressivo: un legame complesso

L'esaurimento mentale, noto anche come burnout o affaticamento mentale, è una condizione psicologica caratterizzata da un intenso stato...