Google vuole portare i documenti elettronici su Android

Secondo quanto emerso sul web, l'azienda Google sta pensando di portare i documenti elettronic su Android, con il loro riconoscimento universale.

Pochi giorni si è tenuto l’evento mondiale Google I/O, che ha visto tante novità dell’azienda in campo hardware e software. Si è parlato dal lato hardware, infatti, del nuovo Google pixel 3a, wearable, smartphone pieghevoli mentre, sul campo software, gli argomenti più interessanti hanno riguardato Android, nello specifico il nuovo prossimo software Android Q ed alcune novità nelle applicazioni di guida come Android Auto e Google Maps.

Inoltre, secondo quanto emerso in questi ultimi giorni su web, un altro obiettivo dell’azienda è quello di portare su Android i nuovi documenti elettronici, con relativo riconoscimento universale.

 

Google, arrivano i documenti elettronici su Android

Negli ultimi anni sempre un maggior numero di carte, come quelle di credito, quelle di fedeltà per esempio di supermercati, grandi catene o compagnie aeree ecc. si sono digitalizzate. Tuttavia, mancavano al quadro i documenti di identità: Google, infatti, non ha mai nascosto di voler portare anche i cosiddetti Electronic ID sul proprio sistema operativo mobile.

Ovviamente, per permettere ciò, servono lavori tecnici molto importanti, soprattutto sul campo della sicurezza, pertanto una maggiore attenzione deve essere data alla crittografia ed agli standard di privacy.

Ecco il pensiero, in merito, di Rene Mayrhofer, responsabile di Android Platform Security:

“Forniremo API e una implementazione di riferimento di HAL (Hardware Abstraction Layer o strato di astrazione dall’hardware, ndr) per dispositivi Android per garantire che la piattaforma possa fornire elementi costitutivi per applicazioni di sicurezza e privacy sensibile. Google lancerà una libreria di compatibilità Jetpack che gli sviluppatori di app potranno sfruttare per realizzare software per i vari registri automobilistici o qualsivoglia altra carta, anche se quel tipo di standardizzazione per i viaggi internazionali è ancora più lontano.”