Nel Nord dell’Oceano Atlantico, nelle gelide acque della Groenlandia vive un tipo di squalo molto longevo, si tratta del Somniosus microcephalus o Eqalussuaq, come lo chiamano gli Inuit. L’età media di questi squali si aggira attorno ai 300 anni, ma ne è stato trovato uno che ha circa 400 anni.
I più longevi tra i vertebrati
Non si sa ancora molto di questi squali, tra le poche notizie che si hanno c’è la sua lenta crescita. Si stima infatti che il Somniosus cresca circa un centimetro ogni anno.
Gli esemplari adulti sono lunghi tra i 4 o 5 metri e pesano anche più di una tonnellata. Sulla base della loro lunghezza si è stimato che i due esemplari più vecchi studiati, lunghi 4 e 5 metri e mezzo possano avere rispettivamente 335 e tra i 392 ed i 512 anni. Il più vecchio potrebbe essere nato quindi nel primo ventennio del 1500. Il più vecchio mai studiato di questa specie. Si tratta quindi delle creature più longeve tra i vertebrati.
Per risalire all’età degli animali in genere si studia il loro tessuto calcificato, ma questi squali ne sono molto poveri. Gli studiosi si sono quindi visti costretti a ricorrere ad altre tecniche. Per stabilire l’età hanno quindi datato col radiocarbonio, il cristallino di 28 femmine finite nella rete dei pescherecci.
Dagli studi su questi meravigliosi pesci cartilaginei, è emerso che le femmine raggiungono la maturità sessuale quando raggiungono circa 4 metri, ovvero attorno ai 156 anni.
Vivono nelle fredde acque del Nord Atlantico
Ma a che cosa sia dovuta la loro straordinaria longevità, ancora non è chiaro. Potrebbe essere dovuta a fattori ambientali ma non ci sono prove al riguardo. Una delle cause che certamente può aver contribuito è il fatto che non sono commestibili, questo ne ha limitato la pesca.
Questi squali vivono esclusivamente nel Nord Atlantico, principalmente in Groenlandia e Nord America, ma si spingono anche fino alle coste atlantiche di Inghilterra e Nord della Francia.
Vivono quindi in acque con temperature inferiori a -1° C, e si spingono fino a 2000 m di profondità. Si nutrono generalmente di pesci e foche, ma nello stomaco di alcuni esemplari sono stati trovati anche resti di orsi polari e renne.