Dopo alterne vicende, che hanno visto intense fasi di negoziazioni e prolisse discussioni, la gestione della rete Internet diventa indipendente.
L’Internet Corporation for Assigned Names and Numbers (abbreviato ICANN) sarà gestito ora ad uso esclusivo di una Commissione formata da 16 membri che si appoggiano a varie altre organizzazioni internazionali che rappresentano l’interesse dei singoli Paesi, al posto del controllo centralizzato del Dipartimento del Commercio americano.
Il compito dell’ICANN è fondamentalmente quello di gestire i domini internet (.com, .it, .gov, e così via) così da garantire una navigazione senza problemi di sorta.
Si tratta di un’organizzazione senza scopo di lucro creata nel 1998 sotto la supervisione del governo federale statunitense, lì dove Internet era stato creato, e deposto nelle mani di un solo scienziato chiamato Jon Postel, il quale guidava le redini della fondazione dall’Università della California del Sud.
Ma sin dagli albori del Web tutti si erano convinti del fatto che Internet dovesse divenire ben presto una rete unificata, libera e gestita sul piano internazionale del commercio e delle libertà di condivisione ed espressione. Una filosofia che sta alla base dell’ICANN stessa e che si pronuncia al grido del motto: “One World, One internet”.
Il passaggio è in negoziazione già dal lontano 2005 ed il passo è stato finalmente compiuto lo scorso Marzo 2016 presso il Convegno tenutosi a Marrakesh, dove sono state avviate finalmente le pratiche per la chiusura della nuova transazione, che si renderà operativo a partire da oggi.
Cambiamenti, in se e per se, non ve ne sono a parte il fatto che la palla passa ora al nuovo comitato in carica, che deciderà l’attribuzione indipendente dei nuovi domini sulla base del comune parere delle associazioni in seconda.
Uno dei primi passi potrebbe essere rappresentato, verosimilmente parlando, dalla creazione di un dominio .gay indirizzato agli omosessuali su scala internazionale.
Ciononostante, il passaggio delle decisioni Internet, da prendere a tal proposito, nelle mani del nuovo ente non garba alcuni politici americano che accusano il Presidente Obama di mettere a serio rischio le libertà della rete.
Secondo, infatti, il senatore del Texas, Ted Cruz, il rischio che tutto possa cadere nelle mani della Cina non è da escludere ed è proprio per questo che nelle prime fasi, lo stesso senatore, ha presentato un’ingiunzione per il blocco della transizione. Lo stesso dicasi per Donald Trump.
Dalla parte di Obama, invece, abbiamo la Clinton che si accosta a numerose personalità del mondo economista e della politica che hanno visto di certo di buon occhio il passaggio dell’indirizzario Internet ad una società che non ne monopolizzasse il controllo.