ISIS è diventata ormai una sigla identificativa che desta terrore in tutto l’Occidente. In particolar modo nelle scorse ore si è verificato un attacco hacker a 54000 account Twitter sui profili dei dirigenti della CIA e dell’FBI in risposta all’attacco drone americano che ha portato alla morte di un estremista britannico arruolato tra le file dell’ISIS lo scorso agosto.
ISIS, una questione personale
L’attacco online ai profili Twitter di CIA ed FBI è stato voluto dal alcuni supporter arruolati tra le file estremiste del movimento islamico in risposta alla provocazione ricevuta poche settimane fa che ha portato alla morte di un seguace islamico del partito.
La notizia del giorno corrisponde ad una violazione su larga scala degli account di alcuni membri dell’intelligence e del bureau di istanza in Arabia Saudita e Gran Bretagna. Molti di loro si dicono inorriditi dall’efficacia e dalla prontezza d’attacco degli Jihadisti.
Gli hacker estremisti non si sono poi limitati ad estrapolare i dati sensibili degli appartenenti alle rispettivi fazioni ma hanno spifferato online dati sensibili quali password, email e addirittura numeri di telefono. Coloro interessati al fatto sono da ricercare in particolar modo nelle cerchie interne di CIA. FBI ed NSA. Un attacco in piena regola dettato dalla sete di vendetta.
Il Cyber-Califfato non è una presenza nuova nel settore degli esperti hacker informatici poiché tala attacco seguita a quello avvenuto in gennaio quando numerosi account Twitter e Youtube sono stati compromessi a danno del CENTCOM, il comando centrale delle forze armate degli Stati Uniti. Una nota ufficiale in apertura avverte del ritorno del cyber-califfato online.
Prima che l’account venisse sospeso, il Califfato islamico ha provveduto alla pubblicazione di tutti i dati cui sono venuti in possesso. Un database davvero dettagliato. Un attacco avvenuto ad appena un giorno di distanza da quello voluto dalla CWA (Crackas With Attitude) che ha visto l’accesso incontrollato ad un vasto database legislativo interno contenente dati su arresti, eventi terroristici e personalità attive di spicco dei relativi movimenti di sovversione.
Ciò che spaventa è l’abilità del gruppo nell’insinuarsi all’interno di sistemi e piattaforme governative e di pubblico dominio con facilità sconcertante. A voi la parola.
Fonte: TheHackerNews