In Giappone, il Capodanno non è solo una celebrazione; è un momento di riflessione profonda e rinnovamento spirituale. Ogni rintocco delle campane dei templi buddisti ha un significato preciso, scandendo il passaggio dal vecchio al nuovo anno con un rituale che coinvolge anima e spirito.
108 Rintocchi per Liberarsi del Passato
La tradizione, nota come Joya no Kane, vede i templi buddisti suonare le campane 108 volte. Questo numero non è casuale: rappresenta le 108 tentazioni umane o bonnō, legate ai desideri terreni, che appesantiscono il cuore e impediscono di raggiungere la serenità.
I primi 107 rintocchi risuonano durante l’ultimo giorno dell’anno, e l’ultimo viene suonato esattamente a mezzanotte, segnando simbolicamente la liberazione totale dai peccati del passato. È un invito alla purificazione e alla riflessione, offrendo l’opportunità di iniziare l’anno con uno spirito rinnovato.
Un Rito Colmo di Atmosfera e Simbolismo
Mentre le campane risuonano, il popolo giapponese partecipa a momenti di meditazione e preghiera nei templi. Il suono delle campane è profondo e vibrante, un richiamo che risuona nell’anima. Il tutto avviene in un’atmosfera quasi sospesa, dove il freddo della notte si mescola al calore delle luci dei templi e al profumo del soba, il piatto tradizionale consumato in questa occasione.
Il toshi-koshi soba, o “soba di passaggio”, simboleggia longevità e resilienza, grazie alla lunghezza dei suoi spaghetti e alla facilità con cui si spezzano, un augurio per lasciarsi alle spalle le difficoltà dell’anno passato.
Un Nuovo Inizio Universale
Sebbene culturalmente diverso, il Joya no Kane riflette un bisogno universale: la volontà di iniziare l’anno nuovo con una pagina bianca. Ciò che distingue questa tradizione giapponese è la profondità del simbolismo e la connessione tra corpo, mente e spirito.
Nel suono di ogni rintocco, nella semplicità di un piatto caldo e nella preghiera che accompagna la notte di Capodanno, i giapponesi hanno trovato un modo poetico e spirituale per esprimere la speranza e il desiderio di un nuovo inizio. Una tradizione che ispira, anche a distanza, per la sua capacità di trasformare il tempo in un’occasione di purificazione e di crescita.