Long Covid: l’infiammazione cerebrale e i bassi livelli di cortisolo influenzano i sintomi

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La sindrome da Long Covid, è una condizione post-virale caratterizzata da sintomi persistenti che continuano per settimane o mesi dopo l’infezione acuta da SARS-CoV-2. Questi sintomi possono includere affaticamento cronico, difficoltà respiratorie, dolori muscolari, problemi di memoria, e sintomi neurologici come nebbia mentale. Recenti studi suggeriscono che l’infiammazione cerebrale e i bassi livelli di cortisolo potrebbero essere due fattori cruciali nel perpetuare questi sintomi debilitanti. Il nuovo studio getta nuova luce su ciò che potrebbe essere alla base dei sintomi neurologici del Long Covid, una sindrome incurabile che colpisce fino al 35% delle persone infette dal virus.

Questa condizione rappresenta una delle sfide più complesse e meno comprese della pandemia da SARS-CoV-2. Sebbene molti pazienti guariscono dall’infezione acuta entro poche settimane, una percentuale significativa continua a manifestare sintomi per mesi. Questi sintomi non solo influenzano la qualità della vita ma possono compromettere anche la capacità lavorativa e le funzioni quotidiane. In questa cornice, l’infiammazione cerebrale e i cambiamenti ormonali, come la riduzione del cortisolo, stanno emergendo come possibili meccanismi patogenetici.

 

Long Covid, legame tra infezione cerebrale e bassi livelli di cortisolo

L’infiammazione cerebrale, nota anche come neuroinfiammazione, è una risposta immunitaria che coinvolge il cervello e il sistema nervoso centrale. Questa risposta può essere innescata da infezioni virali, tra cui il SARS-CoV-2, che può causare danni diretti al tessuto nervoso o attivare il sistema immunitario in modo anomalo. Studi di imaging cerebrale su pazienti con questa condizione hanno rivelato segni di infiammazione nelle aree del cervello coinvolte nella memoria, concentrazione e regolazione dell’umore, spiegando così alcuni dei sintomi neurologici persistenti.

Il cortisolo è un ormone steroideo prodotto dalle ghiandole surrenali, noto per il suo ruolo nella regolazione dello stress, del metabolismo e del sistema immunitario. In condizioni normali, il cortisolo aiuta a controllare l’infiammazione nel corpo. Tuttavia, nei pazienti sono stati riscontrati livelli anormalmente bassi di cortisolo, suggerendo un malfunzionamento dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Questa disfunzione può contribuire alla persistenza di un’infiammazione incontrollata, aggravando i sintomi.

L’asse HPA è un sistema complesso che coinvolge il cervello e le ghiandole surrenali nella produzione di ormoni, inclusi cortisolo e altri glucocorticoidi. La disregolazione di questo asse può portare a squilibri ormonali significativi, riducendo la capacità del corpo di regolare lo stress e l’infiammazione. Nel contesto del Long Covid, questo squilibrio ormonale può contribuire all’iperattivazione del sistema immunitario, promuovendo un ciclo di infiammazione cronica che alimenta i sintomi.

 

Esplorare trattamenti innovativi per normalizzare i livelli ormonali e ridurre l’infiammazione cerebrale

La comprensione dell’infiammazione cerebrale e dei bassi livelli di cortisolo ha importanti implicazioni cliniche. Attualmente, la gestione di questa condizione è in gran parte sintomatica, con trattamenti volti a ridurre i sintomi senza affrontare direttamente le cause sottostanti. Tuttavia, l’identificazione di neuroinfiammazione e squilibri ormonali potrebbe portare allo sviluppo di terapie mirate, come l’uso di farmaci anti-infiammatori o terapie sostitutive ormonali, per alleviare i sintomi e migliorare la qualità della vita dei pazienti.

Interventi potenziali includono l’uso di farmaci antinfiammatori, modulatori del sistema immunitario e, in alcuni casi, la supplementazione di cortisolo sotto stretto controllo medico. Approcci complementari come la gestione dello stress, l’esercizio fisico moderato e il supporto psicologico possono aiutare a mitigare l’impatto dei sintomi. La ricerca continua a esplorare trattamenti innovativi per normalizzare i livelli ormonali e ridurre l’infiammazione cerebrale.

Il legame tra infiammazione cerebrale e bassi livelli di cortisolo offre una nuova prospettiva sulla gestione del Long Covid. Questo approccio non solo mette in luce l’importanza di un’accurata diagnosi delle disfunzioni neuroendocrine, ma suggerisce anche la necessità di strategie terapeutiche mirate. L’integrazione di conoscenze sui meccanismi patogenetici con la pratica clinica potrebbe rappresentare un passo fondamentale verso il miglioramento della vita dei pazienti affetti da questa condizione.

Immagine di freepik

Marco Inchingoli
Marco Inchingoli
Nato a Roma nel 1989, Marco Inchingoli ha sempre nutrito una forte passione per la scrittura. Da racconti fantasiosi su quaderni stropicciati ad articoli su riviste cartacee spinge Marco a perseguire un percorso da giornalista. Dai videogiochi - sua grande passione - al cinema, gli argomenti sono molteplici, fino all'arrivo su FocusTech dove ora scrive un po' di tutto.

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