Una nuova ricerca condotta dall’Università di Melbourne ha scoperto come disattivare e autodistruggere il parassita che causa la malaria, offrendo un trattamento efficace alle migliaia di persone che vengono colpite dalla malattia. Questo composto antimalarico è in grado di inibire questo parassita e sembra non danneggiare le cellule dei mammiferi e degli umani.
Il team di ricercatori ha affermato che il composto ML901 ha effettivamente reso il parassita l’agente della sua stessa morte, rafforzandone la potenza e la selettività. Questo composto funziona con un insolito meccanismo di dirottamento della reazione. È come un’arma invisibile di autodistruzione che spegne il motore. ML901 trova una fessura particolare nei macchinari che il parassita della malaria usa per generare le proteine necessarie per riprodursi stesso e smette di farlo.
Malaria, il parassita che causa la malattia si può autodistruggere
Sebbene siano necessarie nuove ricerche su quanto hanno scoperto finora, questi risultati sono davvero incoraggianti per future ricerche di nuovi antimalarici. In collaborazione con una casa farmaceutica hanno condotto test utilizzando molecole, durante le quali è stato identificato il composto ML901. Una volta che questo composto è entrato nel parassita si è attaccato a un amminoacido e ha attaccato il meccanismo di sintesi proteica dall’interno, bloccando rapidamente il parassita. La struttura molecolare delle cellule umane significa che non sono suscettibili agli attacchi di ML901.
Nei test sia sugli umani che sugli animali, i ricercatori hanno scoperto che ML901 ha ucciso i parassiti della malaria che avevano resistenza ai farmaci attualmente utilizzati e hanno mostrato un’azione rapida e prolungata con conseguente eccellente uccisione dei parassiti. Inoltre hanno scoperto che questo composto ha dimostrato di essere attivo durante tutto il ciclo di vita e quindi ciò significa che potrebbe essere usato sia per prevenire la malattia da malaria e curare la malattia.
Sviluppo di nuovi farmaci candidati
Mostra anche il potenziale per impedire alle persone infette di trasmettere la malattia ad altri, il che è fondamentale per fermare la diffusione della malaria. Ogni anno al mondo vengono diagnosticate almeno 200 milioni nuove infezioni da malaria con conseguente causa di 600 mila morti, soprattutto in Africa e nel sud-est asiatico. Negli ultimi 50 anni, livelli sempre crescenti di resistenza agli antimalarici hanno portato a una crisi imminente, con un disperato bisogno di farmaci innovativi.
Il team ha affermato che sulla base di questi risultati era pronto a perseguire lo sviluppo di nuovi farmaci antimalarici candidati. Ovviamente questo è solo l’inizio. Gli scienziati sperano di poter trovare nuovi composti simili a questo che prendono di mira una serie di malattie infettive mortali, comprese le infezioni batteriche multiresistenti. Il lavoro apre diverse nuove strade per la scoperta di farmaci.