Le radici della lingua basca, uno degli enigmi più affascinanti della linguistica europea, potrebbero essere alla luce grazie a una scoperta archeologica straordinaria. La “Mano di Irulegi“, una lastra di bronzo datata a oltre 2000 anni fa e rinvenuta nei Pirenei del nord della Spagna nel 2021, contiene iscrizioni che alcuni ricercatori suggeriscono essere connesse alla lingua basca.
La mano di bronzo, lunga 14 centimetri e larga 12,8 cm, presenta quattro righe di testo con dialetti che alcuni esperti ritengono possano essere legati al basco moderno. Sebbene molte parole non siano state ancora collegate a lingue conosciute, la presenza della parola “sorioneku” sulla lastra ha sollevato l’attenzione. Uno studio pubblicato su Antiquity sostiene che questa parola potrebbe essere simile alla parola basca “zorioneko”, che significa “buona fortuna”.
Un’altra parola presente sull’iscrizione, “eráukon”, è stata paragonata al verbo basco “zeraukon”, associato al verbo “ter”. Queste similitudini linguistiche hanno portato i ricercatori dell’Università dei Paesi Baschi di Bilbao e della Società Scientifica Aranzadi di San Sebastián a suggerire che la lastra rappresenta una forte prova di una lingua correlata al basco, parlata in quella regione millenni fa. Questo sostiene le teorie che collegano il basco all’antico popolo dei Vascones.
Tuttavia, questa interpretazione ha scatenato controversie tra gli studiosi. Alcuni linguisti hanno criticato l’associazione basata sulla somiglianza di sole due parole, sottolineando la necessità di prove più robuste per stabilire un legame definitivo con la lingua basca.
La “Mano di Irulegi” rappresenta un capitolo affascinante nella ricerca delle origini linguistiche del basco e potrebbe aprire nuove strade per comprendere il passato misterioso di questa lingua unica in Europa. Il dibattito continua, ma questa scoperta promette di gettare nuova luce sui segreti linguistici sepolti nel passato antico della Spagna settentrionale.