Il pianeta Marte è rosso come abbiamo sempre pensato? A prima vista, l’ossido di ferro e la polvere ossidata sospese nella sua atmosfera si colorano di arancio rossastro, ma in realtà la geografia marziana avrebbe altri colori.
La duna blu del campo di dune del cratere di Lyot
L’immagine di questa gigantesca duna di sabbia blu del cratere di Lyot è originale nella sua rarità. Questa è stata ripresa dal Mars Reconnaissance Orbiter (MRO), lanciato nello spazio nel 2005 per studiare la storia dell’acqua su Marte.
Secondo la NASA, questa particolare duna è composta da materiali pregiati ed ha una composizione diversa da quella delle dune grigie che la circondano.
Ma… è davvero blu?
L’MRO prende costantemente immagini ad alta risoluzione di Marte e le invia sulla Terra attraverso un potente sistema di telecomunicazioni o “Internet interplanetario”, come lo chiama la NASA.
Queste immagini sono in genere in bianco e nero, ma è compito degli scienziati dare loro la vita e il colore per interpretarle. Pertanto, è un effetto visivo che nasce dall’aumento del contrasto, un trucco che permette ai ricercatori di poter vedere nel dettaglio del pianeta.
Il geologo e direttore del Laboratorio di Ricerca di Imaging Planetario presso l’University of Arizona, Alfred McEwen, ha spiegato che alle immagini vengono applicati valori di minimo-massimo per ogni singolo colore del canale per aumentare il contrasto. “In realtà le dune sono grigie, ma dopo il montaggio sembrano relativamente blu, perché la maggior parte di Marte è rossa“, ha detto.
Nonostante l’alta qualità della fotocamera, gli scienziati devono aumentare notevolmente il contrasto perché la luce riflessa nella polvere dell’atmosfera rende la superficie marziana piuttosto insipida e sfocata. “Per vedere le immagini in grande dettaglio, il team deve aumentare il contrasto, che spesso porta a un cambiamento drammatico nel colore“, ha affermato McEwen.
Ma presto vedremo immagini ancor più impressionanti del pianeta rosso grazie al rover robotizzato NASA InSight, arrivato il 26 novembre dopo sei mesi di viaggio e dopo aver percorso più di 300 milioni di miglia.
InSight ha scattato il suo primo selfie con una videocamera sul suo braccio robotico lungo sei metri e ha catturato i primi “suoni” del vento che soffia su Marte. Il rover è ora in procinto di testare i suoi strumenti scientifici, tra cui un sismometro e una sonda termica, e di posizionarli sulla superficie del pianeta per iniziare a raccogliere i dati.