In una pozza di acqua straordinariamente salata, simile a quella che sarebbero state trovate su Marte, i batteri possono sopravvivere anche se essa è prosciugata; questo potrebbe suggerire che il Pianeta Rosso potrebbe essere più abitabile di quanto si pensasse in precedenza, secondo un nuovo studio.
Dal momento che c’è vita praticamente ovunque ci sia acqua sulla Terra, se Marte fosse in grado di ospitare la vita, essa dipenderebbe dalla presenza, passata o attuale, di acqua liquida sopra o sotto la sua superficie. Tuttavia, l’atmosfera fredda e rarefatta di Marte implica che l’acqua liquida probabilmente non potrà esistere sulla superficie per ancora molto tempo.
Eppure, poco prima dell’alba, l’evaporazione del ghiaccio sulla superficie marziana può portare l’umidità al 100%, ha detto Mark Schneegurt, astrobiologo della Wichita State University in Kansas. Al suo picco massimo, l’umidità su Marte può essere paragonabile a quella presente in alcune delle parti più asciutte del deserto di Atacama in Cile, il luogo più secco sulla Terra, che tuttavia ospita alcune primordiali forme di vita.
Per capire se la vita su Marte sia in grado di sopravvivere a queste condizioni, gli scienziati hanno sperimentato due specie di batteri prelevati da due aree altamente salate: l’Hot Lake a Washington e le grandi pianure saline dell’Oklahoma. Li hanno cresciuti in laboratorio in una soluzione, per metà acqua e per l’altra metà di solfato di magnesio, comunemente noto come sale Epsom, un tipo di sale presente anche sulla superficie marziana.
I ricercatori hanno quindi asciugato piccole gocce di questa soluzione carica di batteri usando sostanze chimiche che assorbono l’acqua, per simulare come le acque salmastre sulla superficie marziana potrebbero evaporare. Alla fine, hanno bloccato le gocce essiccate in un barattolo con acqua normale o acqua salata e hanno riempito il barattolo di umidità.
Nel giro di un giorno, gli scienziati hanno scoperto che le gocce essiccate assorbivano abbastanza umidità dall’aria per formare una salamoia liquida; a quel punto i batteri rinvigorivano e cominciavano a crescere. Oltre la metà delle cellule è sopravvissuta. “Abbiamo i primi dati che mostrano la crescita dei batteri dopo l’essiccazione e quindi la reidratazione attraverso l’umidità, in presenza di sali che l’assorbono dall’aria“, ha detto Schneegurt.
Queste scoperte potrebbero significare che c’è un rischio maggiore di quanto si pensasse in precedenza che i microbi terrestri possano contaminare altri mondi. In futuro, i ricercatori potrebbero esaminare ancora più approfonditamente come questi batteri si comportano alle temperature più fredde tipiche di Marte, così come con altri tipi di sali trovati sulla superficie marziana.
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