Ogni anno, oltre 570 mila tonnellate di plastica finiscono nelle sole acque del Mediterraneo. L’equivalente di 34 mila bottigliette di plastica ogni minuto. La direttiva europea SUP avrebbe dovuto mitigare questa catastrofe ambientale. La continua crescita dei volumi di produzione dei materiali plastici, oltretutto, ha un impatto significativo sulle emissioni di gas-serra.
L’era Covid-19, nell’imporre il frequente utilizzo di dispositivi di protezione individuale monouso a centinaia di milioni di persone, avrà un’incidenza sulla produzione di polimeri e lo smaltimento di rifiuti tuttora privo di stime complessive su scala globale.
Catastrofe ambientale a causa di guanti e mascherine abbandonati
Il Politecnico di Torino prevede che solo in Italia, nella fase 2 di emergenza Covid, serviranno circa 1 miliardo di mascherine e mezzo miliardo di guanti al mese. E se solo l’1% delle mascherine venisse smaltito non correttamente questo si tradurrebbe in circa 10 milioni di mascherine al mese disperse nell’ambiente.
Gli ecosistemi sono nelle mani di ciascuno di noi. In attesa di soluzioni coerenti all’economia circolare è indispensabile avere cura del corretto smaltimento di ogni singolo oggetto e ogni sua parte, fino all’ultimo elastico di mascherina. Un numero enorme, che andrebbe a catalizzare ulteriormente il già drammatico inquinamento ambientale da plastica. Negli oceani di tutto il mondo sono ben 8 i milioni di tonnellate di plastica che vi finiscono ogni anno, con una stima massima di 20 milioni di tonnellate.