Un team di ricerca inglese potrebbe aver finalmente fatto luce sulle reali dimensioni del megalodonte, un colossale squalo preistorico ormai estinto. Il Carcharodon megalodon o Carcharocles megalodon, questo il nome scientifico del megalodonte, è un megapredatore marino che è noto per i grandi denti fossili. Il nome scientifico megalodon deriva infatti dal greco e significa appunto “grande dente”.
Un temibile predatore marino ormai estinto
I fossili di C. megalodon si trovano maggiormente in sedimenti dal Miocene al Pliocene. Il megalodonte, che visse da 23 milioni a 3 milioni di anni fa, era lungo più del doppio di un grande bianco, che sappiamo raggiunge lunghezze anche di 6 metri.
Fino ad ora le proporzioni di questo magnifico e terrificante predatore marino sono rimaste un mistero. Ma ora un team di esperti dell’Università di Bristol e della Swansea University, potrebbero aver identificato tutte le misure del megalodonte, comprese quelle delle sue enormi pinne.
I resti fossili di questi animali sono per lo più i loro denti, grandi quanto una mano umana e dalla forma triangolare tipica degli squali. Grazie a questi dati fossili, gli scienziati hanno utilizzato dei modelli matematici per accertare le dimensioni e le proporzioni del megalodonte. I risultati ottenuti dalle simulazioni matematiche sono poi stati comparati con gli squali ancora oggi viventi.
Il megalodonte: uno squalo colossale
La dottoressa Catalina Pimiento della Swansea University, che ha supervisionato la ricerca,ha affermato che il “megalodonte non è un diretto antenato del grande squalo bianco, ma è imparentato con altri squali macropredatori come il Mako, lo squalo salmone e lo squalo Porbeagle, così come con lo squalo bianco”.
Per poter comparare al meglio le misure con quelle di questi squali con cui è imparentato il megalodonte, i ricercatori si sono accertati che le proporzioni di questi animali non cambino durante la loro crescita ed il loro sviluppo. Fortunatamente i giovani squali sono degli adulti perfetti ma in miniatura. Il team è stato quindi in grado di elaborare le proporzioni del megalodonte.
Come ha affermato il ricercatore Jack Cooper, paleobiologo presso l’Università di Bristol. “ciò significa che possiamo semplicemente prendere le curve di crescita delle forme moderne e proiettare la forma complessiva sul megalodonte, man mano che diventa sempre più grande, fino a raggiungere la lunghezza del corpo di 16 metri“.
Dalle analisi è emerso che un megalodonte di quella lunghezza avrebbe avuto probabilmente una testa lunga quasi 5 metri, una pinna dorsale alta circa 1,61 metri ed una coda alta circa 4 metri.