NASA e la lunga permanenza nello spazio: il record di un’astronauta donna

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La questione femminile a livello globale si sta facendo sempre più sentire in questi ultimi anni. Nel lavoro, nella società, nell’intrattenimento, nella vita privata stanno avvenendo dei cambiamenti in quanto i diritti di quest’ultime non sempre risulta essere alla pari con quelli degli uomini. Anche nella NASA qualcosa sta cambiando anche se molto a rilento e dopo il passo falso fatto con la passeggiata spaziale l’agenzia spaziale statunitense è stata comunque costretta a cercare un rimedio.

Per chi non se lo ricordasse, per la giornata della donna la NASA aveva annunciato una passeggiata spaziale completamente al femminile. Dopo pochi giorni è stata annullata e il motivo era banale ovvero che non c’erano due tute adeguate per entrambe le astronaute donna; il problema poi è stato ingigantito però è bene ricordare che l’ISS è una stazione spaziale orbitante ed è impossibile pensare di avere a bordo tute spaziali per ogni taglia e misura.

 

Il record per la permanenza

Una delle astronaute che doveva effettuare tale passeggiata era Christina Koch la quale sta per raggiungere un record per la permanenza dello spazio in un viaggio singolo per una donna ovvero 11 mesi. Una presenza così lunga in orbita è un aspetto importante in quanto ci aiuta a capire come il corpo reagisce e tali dati verranno poi usati per i futuri viaggi spaziali, come verso Marte. In questo caso è bene sottolineare la differenza tra uomo e donna. Se è vero che a grandi linee siamo uguali, l’anatomia tra i due sessi non è identica, ma presenta differenze le quali a loro volta possono reagire in modo diverso all’ambiente estremo dello spazio; un esempio banale? la capacità di avere figli.

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