Sconvolgente è quello che è saltato fuori dopo una lunga indagine interna condotta dalla NASA negli ultimi anni. Apparentemente un fornitore di lunga data dell’agenzia statunitense, si parla di 19 anni di affari, ha sistematicamente spedito alluminio difettato. Lanciare qualcosa dello spazio richiede una serie complessa di calcoli i quali si basano anche su quello che viene lanciato, ma se questi calcoli si basano su valori falsi spacciati per veri allora qualcosa finirà per andare storto. Il risultato infatti è stato che diverse missioni sono fallite e questo ha fatto scattare delle campanelle d’allarme.
Dopo proprio questa indagine pluriennale ha portato alla luce il fatto che il fornitore noto come Sapa Profiles, Inc. il quale ha sede in Oregon. Ecco la dichiarazione di Jim Norman, un portavoce della NASA: “È fondamentale che possiamo fidarci del nostro settore per produrre, testare e certificare materiali in conformità con gli standard che richiediamo. In questo caso, la nostra fiducia è stata gravemente violata“. Queste due missioni fallite a causa dell’alluminio: Taurus XL e Glory, rispettivamente 2009 e 2011.
Missioni compromesse
Questa invece è la dichiarazione del Dipartimento di Giustizia tramite la voce di Brian Benczkowski: “Per quasi 20 anni, Sapa Profiles e Sapa Extrusions hanno falsificato i test critici sull’alluminio che hanno venduto, testando che i loro clienti, compreso il governo degli Stati Uniti, dipendevano dall’affidabilità dell’alluminio che hanno acquistato. L’avidità corporativa e personale ha perpetuato questa frode contro il governo e altri clienti privati, e questa risoluzione ritiene queste aziende responsabili dei danni causati dal loro schema.”