La storia della prima ingegnere donna afroamericana della NASA, insieme a quella di altre scienziate, ha dato vita al libro “Il diritto di Contare” di Lee Shetterly e all’omonimo film del 2016. Ora la NASA ha deciso di intitolare a Mary W. Jackson il suo quartier generale di Washington.
Jackson, era stata assunta dall’agenzia spaziale nel 1951 e aveva lavorato nell’unità di calcolo della West Area riservata al personale afroamericano durante gli anni della segregazione razziale.
La NASA ricorda la prima donna ingegnere afroamericana, Mary Jackson
Ovviamente dalla forte personalità, l’ingegnere faceva parte di un gruppo di donne molto importanti che aiutarono la NASA a portare nello spazio gli astronauti americani. Non ha mai accettato lo status quo e ha contribuito ad aprire opportunità per gli afroamericani e le donne nel campo dell’ingegneria e della tecnologia.
Nel 2019, la parte di E Street SW fu ribattezzata Hidden Figures Way, in onore delle donne afroamericane che contribuirono al progresso della ricerca spaziale. Dopo due anni nella squadra di calcolo, Mary Jackson ricevette un’offerta per lavorare nella galleria del vento supersonica.
Fu il suo capo a suggerirle di entrare nel programma di formazione che le avrebbe permesso di ottenere la promozione da matematica a ingegnere. Poiché le lezioni si tenevano all’Hampton High School, scuola frequentata solo da bianchi, Jackson dovette vincere una causa in tribunale per unirsi ai suoi compagni di classe.
Così nel 1958, divenne il primo ingegnere femminile nero della NASA. Per quasi due decenni è stata autrice o co-autrice di numerosi rapporti di ricerca, incentrati sul comportamento dello strato limite di aria attorno agli aeroplani. Nel 1979 è entrata a far parte del Programma federale femminile di Langley, dove favorì l’assunzione e la promozione della successiva generazione di scienziate di sesso femminile. Morì nel 2005.