Ridistribuire l’energia generata dai pannelli solari e indirizzarla verso coloro che ne hanno bisogno durante un blackout: ecco cosa il futuro potrebbe riservarci. Uno studio condotto dall’Università della California mostra come sia già possibile da oggi adattare la tecnologia di commutazione elettrica per poter ridistribuire l’energia nella griglia elettrica.
Al momento attuale, per ragioni di sicurezza, nel momento in cui si verifica un blackout si viene “tagliati fuori” dalla rete elettrica, per cui l’energia in surplus sviluppata dalle energie rinnovabili, come i pannelli solari, viene utilizzata solo ed esclusivamente nell’abitazione in cui è generata.
Grazie all’elaborazione di nuovi algoritmi di instradamento e con l’ausilio di commutatori ad hoc in grado di dialogare tra di loro, nel prossimo futuro l’energia verrà distribuita a chiunque ne abbia bisogno, in maniera intelligente. Questo significa tener conto ad esempio di dati raccolti come utilizzo medio per ogni casa, condizioni meteorologiche e la possibilità o meno di blackout.
Il team che sviluppato questa nuova soluzione è convinto che, per raggiungere performance ottimali, ogni casa dovrebbe essere dotata del proprio sistema, come ad esempio il Tesla PowerWall, che consente di essere energeticamente indipendenti in caso di blackout.
Nonostante l’opzione ottimale sia avere sistemi del genere casa per casa, un modo efficiente di abbattere i costi e distribuire in maniera più intelligente l’energia verrebbe da moduli “di vicinato”, in grado di immagazzinare un quantitativo di energia superiore, consentendo anche, in casi di emergenza, dirottare l’energia elettrica verso strutture critiche come ospedali o uffici pubblici, ritenuti di importanza fondamentale.
Un impulso significativo nello sviluppo di questa ricerca è stato dato dai danni causati dall’uragano Sandy. Abbattendosi con violenza sulla Costa Orientale degli Stati Uniti d’America nel 2012. Oltre a miliardi di dollari di danni e decine di vittima, molte case sono rimaste isolate e senza corrente elettrica per oltre 15 giorni. Lo sviluppo di sistema in grado di reagire a situazioni di emergenza ed ad altri fenomeni naturali catastrofici è quindi indispensabile, dato che la nostra società si fonda sulla presenza di energia elettrica disponibile e, troppo spesso, anche in misura sovrabbondante.