Tra il raggiungere l’oggetto più lontano da Sole mai raggiunto dall’uomo e l’orbitare intorno a un asteroide che si trova solo, relativamente parlando, tra noi e Marte è ovvio che il primo caso risulta essere più interessante. Ora che però Ultima Thule è stata raggiunta è anche giusto parlare di OSIRIS-REx è del fatto che è entrata nell’orbita della roccia spaziale vecchia di 4 miliardi di anni nota come Bennu.
La navicella della NASA, il cui nome completo è Origins, Spectral Interpretation, Resource Identification, Security, Regolith Explorer, aveva raggiunto l’asteroide da diverse settimane, ma recentemente è stato fatto il passo successivo ovvero entrare nella sua piccola orbita. Dal 31 dicembre sta infatti girando intorno alla roccia da un’altezza di soli quasi due chilometri. Si tratta di uno sforzo particolare tanto che la navicella deve apportare delle modifiche alla traiettoria di continuo.
Un’analisi più approfondita
Ecco una dichiarazione del responsabile delle manovre della navicella: “La gravità di Bennu è così piccola, le forze come la radiazione solare e la pressione termica dalla superficie di Bennu diventano molto più rilevanti e possono spingere l’astronave via dalla sua orbita molto più che se fosse in orbita intorno alla Terra o Marte, dove la gravità è di gran lunga la maggior parte delle forze dominanti.”
Verso febbraio inizieranno ad arrivare i primi dati tra cui quelli sulla gravità, l’orientamento della roccia, la rotazione e sulla massa. L’apice verrà raggiunto nel momento in cui verrà prelevato un campione di materiale il quale verrà poi riportato sulla terra solamente nel 2023.