Dalla Terra è decollato con successo il razzo che porterà il nuovo rover della NASA su Marte. Su Perseverance si nutrono molte speranze, tante speranze quanti sono gli obiettivi che i ricercatori e gli sviluppatori si sono prefissati. Uno dei più importanti è la raccolta di materiali che verranno rispediti sul nostro pianeta, ma c’è di più.
Il rover è dotato di tecnologie all’avanguardia e tra queste c’è il primo elicottero nel suo genere e non finisce qui. A bordo del rover è presente un dispositivo particolare, unico, ovvero il Mars Oxygen Insitu Resource Utilization Experiment, o abbreviato anche MOXIE. Il suo scopo è produrre ossigeno sul pianeta attualmente inospitale per l’uomo.
L’O2 è presente su Marte, ma pochissimo rispetto alla Terra. La sua percentuale nell’atmosfera è di appena il 0,2%, non abbastanza per la nostra sopravvivenza. Per le colonie spaziali ce ne vorrà molto ed è impossibile pensare di trasportarlo coi viaggi, ma piuttosto serve una sorgente diretta. MOXIE serve a trasformare il CO2 in O2.
Ossigeno su Marte: il lavori di MOXIE
Il suo funzionamento, a parole, sembra semplice. Assorbe l‘anidride carbonica, divide elettrochimicamente le molecole in ossigeno e in monossido di carbonio e combina le mole singole di ossigeno in O2 che dovrebbe raggiungere una purezza del 99,6%, ossigeno respirabile quindi. L’idea è di creare dispositivo più grandi che ne producono in grandi quantità e liberare il monossido di carbonio, tossico per noi, nell’atmosfera.
Si tratta solo di un esperimento e se tutto funzionerò allora MOXIE sarà in grado di produrne 10 grammi di ossigeno l’ora, quasi un ventesimo di quanto un uomo ha bisogno in un intero giorno.